Quello che potrebbe succedere.

di Clemente Luciano. Se solo qualche mese fa qualcuno ci avesse detto che nel giro di 30 giorni in Italia sarebbe stata sospesa la libertà di movimento, arrestato chi fosse in giro senza permesso, l’esercito in strada, tracciato gli spostamenti delle persone e i loro contatti sociali attraverso telefoni cellulari, sospeso elezioni e referendum, chiuso scuole e università, bar e ristoranti, evocato un “uomo solo che comandi”, ecco, se qualcuno ci avesse detto tutto questo, avremmo pensato che quel tizio legge troppi libri fantascientifici e distopici. Del tipo “1984”di George Orwell, o “Il Mondo Nuovo” di Aldous Huxley.

Oppure si poteva pensare ad un colpo di Stato.Non è avvenuto alcun colpo di Stato,ma pure va detto che le misure straordinarie adottate dal governo italiano per combattere il Covid-19,c’entrano poco o nulla con una democrazia liberale. Più nulla che poco. Assomigliano,molto,invece,alle misure di un dittatore o di governi autoritari quando prendono il potere. Come Orban in Ungheria,il quale,proprio col pretesto della lotta al coronavirus,si è fatto attribuire dal Parlamento poteri eccezionali,rinnovabili senza limite,potrà governare per decreto,chiudere il Parlamento e far arrestare chi oserà muovere critiche alla gestione dell’emergenza sanitaria o ad altre decisioni.

Potrebbe obiettarsi che anche in uno Stato democratico l’emergenza può ammettere deroghe. Se,si potrebbe dire,l’alternativa è veder morire decine di migliaia di persone,ben vengano la quarantena forzata,i militari per strada,la fine di ogni privacy,e tutte le app “Immuni” che immuni ci rendano davvero: primum vivere deinde philosophari,dicevano i romani. Giusto,ma non del tutto:perché questa fase non è una parentesi momentanea,dopo la quale tutto tornerà come prima.

Quella del Covid-19,invece,sarà ricordata nei libri di storia,come la più grande pandemia globale,insieme all’influenza spagnola del 1918-20 che fece 50 milioni di morti in tutto il mondo.Si spera che presto il Covid-19 sia sconfitto.Ma intanto già adesso è successo “qualcosa”,per cui dobbiamo farci delle domande.

Per esempio:ce la faremo a riprenderci la vita di “prima”? A tornare per strada,senza che un Presidente del Consiglio,in una diretta tv nel cuore della notte,ci dica che domani mattina non si potrà uscire di casa fino a che non lo dirà lui?Potremo evitare di farci tracciare da una App,per il “bene” nostro e della collettività?Potremo vedere il Parlamento discutere su una legge,senza che ci siano provvedimenti adottati da una sola persona,come ha fatto il presidente del consiglio italiano?E chiedere allo Stato di mollare il controllo sull’economia?

Sono domande obbligate,queste,rispondendo alle quali si potrà forse capire che cosa sta succedendo in Italia.In questi mesi abbiamo accettato di mettere in gioco gli stessi canoni della democrazia liberale,cedendo pezzi dei nostri diritti civili e individuali,in cambio della nostra salute.Ma adesso non c’è in ballo solo la nostra salute,ma anche la sopravvivenza stessa del concetto di democrazia liberale in cui siamo nati ed in cui abbiamo maturato la consapevolezza dei nostri diritti.Ed è proprio la natura della democrazia liberale occidentale che oggi è sotto attacco da molte parti.

Da parte di autocrati come Putin,ad esempio,che sul “Financial Times”,ha definito la democrazia liberale come “obsoleta”.O da parte dei populisti,che contrastano la specificità dell’individuo e i suoi diritti,perché in contrasto con la loro nozione di popolo,nazione e collettività,ai quali l’individuo dovrebbe assoggettarsi,per trovare “riconoscimento”.

Il pensiero liberale,invece,è altro e molto di più:libertà individuali e pluralismo;presunzione di innocenza,riservatezza delle comunicazioni,tutela delle minoranze e della diversità,ed anche cessione di quote di sovranità nazionale,come antidoto al nazionalismo che nel XX Secolo ha portato così immensi orrori.

Ecco,questo è il più pericoloso attacco ai principi della democrazia liberale:il tentativo,in nome della tutela della salute,di controllo dell’individuo,tracciando la sua vita personale e politica,attraverso app,trojan e “captatori informatici” su computer,smartphone e smart tv.Come ha osservato il filosofo israeliano Yuval Noah Harari:”anche quando le infezioni da Covid-19 saranno a zero,qualche governo “affamato” di dati potrebbe sostenere di dover mantenere in vigore un sistema di sorveglianza perché si teme una seconda ondata di contagi o perché c’è un nuovo ceppo di ebola o per mille altri perché,imponendo di fatto un sistema di monitoraggio continuo su un’intera popolazione.

“Una cosa,secondo Harari,che può costituire la base per un regime totalitario estremo”.Il rapporto tra sicurezza e libertà,privacy e sorveglianza,globalizzazione e democrazia era già tra le questioni più scottanti nel mondo di “prima”,il mondo prima del Covid-19;questioni sulle quali,però,troppo poco abbiamo ragionato,dando per scontati i nostri diritti e le nostre libertà.Ma adesso che il coronavirus ci ha costretto ad un’altra vita,ad una vita “limitata”,dobbiamo riconsiderare idee e (presunte)certezze:la libertà non è un bene “definitivo”,acquisito una volta per tutte.

Essa va invece ri-conquistata ogni giorno,ogni volta,con cuore e passione.E’ perciò che bisogna ricordare le parole del grande poeta americano Walt Withman,definito il “poeta della libertà”: “Coraggio,fratello o sorella mia!Va avanti!La Libertà deve essere servita,qualunque cosa accada!Non vale nulla chi si lascia abbattere da uno,due o molti fallimenti,o dall’indifferenza o dall’ingratitudine del popolo,o dallo spettacolo degli orrori del potere”!

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