Governo Renzi: mala “Tempora Rossa” currunt.

Dimissioni presentate. Dimissione accolte. A portare alle dimissioni della ministra dello Sviluppo, non è lo “sviluppo” del Paese che non c’è mai stato, semmai lo sviluppo economico del suo fidanzato e il conseguente sviluppo delle indagini giudiziarie delle intercettazioni del giacimento petrolifero “Tempa Rossa” in Basilicata.
Il fattaccio va a colpire un nervo scoperto del “premier senza voto”, rinfocolando le polemiche sugli idrocarburi a poco più di due settimane dal referendum sulle trivellazioni. Chissà, ci fosse stato un referendum anche sulle banche magari oggi le ministre dimissionarie del governo Renzi sarebbero state due. Ma ci sono amici e amici. Chi va al governo del Belpaese questo lo sa fin troppo bene, e quando occupa quelle poltrone, oltretutto senza il consenso degli elettori, vengono prima gli interessi di papà e fidanzati, poi degli amici degli amici, mai quelli dei cittadini ai quali pensano solo quando si tratta di pagare il conto delle spese di favori e piaceri fatti a parenti, amici e lobby! Il Sistema-Italia, sotto questo aspetto non fa una piega e, nonostante il presunto “cambio verso” del “premier senza voto”, viviamo soprattutto di tasse e di scandali.

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