Gli uomini passano. Gli ideali restano.

A settembre riaprono le scuole, il Parlamento, i talk show e ricomincia pure il campionato di calcio. E allora, tanto per restare nella metafora calcistica, ma con un occhio allo scenario politico che si preannuncia alla ‘caccia’ di nuovi leader e alla ‘cacciata’ di quelli vecchi, è la struttura e l’assetto societario che fanno grande una squadra di calcio, poi vengono i campioni, i leader, i fuoriclasse. Pensate un pò alla lunga e gloriosa storia della Vecchia Signora del calcio italiano, la Juventus, o al mitico Real Madrid. Se i bianconeri fossero rimasti a Charles e Sivori, a Platini e Bettega e i Merengues a Di Stefano e Puskas, a Butragueno e Raul, senza una solida struttura societaria alle spalle e una seria programmazione del futuro, oggi i loro tifosi vivrebbero di soli ricordi.
Lo stesso dicasi per i partiti e la politica. Dopo Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti, il nulla! La Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano, un ricordo.
Sono le idee, i programmi, la concezione che si ha della società e la prospettiva di dare alle nuove generazioni un futuro migliore di quello vissuto dai loro genitori, a fare grande e duraturo un partito!
Gli uomini passano, le idee, gli ideali, l’ideologia, restano. Berlusconi, Grillo, Bersani e adesso Matteo Renzi, sono uomini. Oggi ci sono, ma domani ciò che resterà di loro sarà solo ciò che avranno saputo costruire sulle solide basi di un progetto politico chiaro, per poter passare alle future classi dirigenti il testimone di “un partito” e non di un’associazione si-profit.
E se Berlusconi e Bersani sembrano ormai appartenere al passato, seppure prossimo – assomigliando sempre più a quei vecchi trofei che fanno bella mostra di se nelle bacheche delle squadre di calcio, anche se nella fattispecie i due personaggi sono il ricordo di momenti assai bui per l’Italia che sarebbe meglio dimenticare – non ci restano che Beppe Grillo e Matteo Renzi.
E se il fondatore dei 5stelle, giorno dopo giorno, sta sperperando l’immensa quanto insperata dote di consensi che aveva pescato nel web con la rete del suo blog cavalcando l’onda dell’anti-politica e del dissenso, oggi come oggi, l’unico che resta ancora in corsa per la leadership del Paese è proprio il sindaco di Firenze che sta studiano da segretario del Partito democratico dopo l’investitura ufficiale di “baffino” D’Alema.
Matteo Renzi incarna la perfetta sintesi di un giovane Berlusconi, in fatto di comunicazione buca il video come il Cav, e di un incollerito Grillo, in fatto di ribaltoni e battute pronte come il 5stelle.
E come i due illustri colleghi anche il leader della nouvelle vague della sinistra, il fratello bianco di Obama, la versione ‘de noantri’ di Bob Kennedy, chiede e promette: datemi il 51% dei consensi e governerò l’Italia come ho governato Firenze. Ma quale idea ha dell’Italia il futuro premier? Aspettando una cart(ol)ina al tornasole dalla città che fu la culla del Rinascimento Italiano, per il momento Egregio sindaco, la porti un bacione a Firenze… e poi chissà che proprio dal capoluogo toscano non scaturisca quel nuovo Rinascimento tanto agognato da tutti gli italiani!? Chissà!? …lo scopriremo solo votando!

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