Gioavni disposti a rinunciare ai propri diritti pur di avere un lavoro!

Ormai è stranoto il concetto chiave della globalizzazione, al quale neppure l’Italia, un tempo patria del diritto e dei diritti, è capace di sottrarsi: non potendo più svalutare la moneta, passata sotto l’egida della Troika, i governi nazionali, in primis quello italiano, svalutano il lavoro abbassando gli stipendi ai minimi sindacali e cancellando i diritti dei lavoratori! Tant’è che il 65% dei giovani romani è pronto a rinunciare a contratti regolari e diritti dei lavoratori. Questo perché per i nati negli anni ’90, e ancora di più per i millenials (i nati dopo il 2000), la crisi è lo scenario nel quale sono cresciuti e la precarietà lavorativa non è solo un argomento di discussione, ma un’esperienza concreta. Sono questi i risultati della ricerca “Avere 20 anni, pensare al futuro” realizzata da Acli di Roma e provincia e Cisl di Roma Capitale e Rieti in collaborazione con l’Iref.

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