Emilia Romagna: l’alluvione a distanza di un mese.

di Attilio Runello. In Emilia Romagna le acque si sono finalmente ritirate. Si può fare il calcolo dei danni. Si tratta di terre che in gran parte grazie all’opera di bonifiche sono state recuperate in passato alle acque per usarle per l’agricoltura. Al tempo stesso sono come dei catini dove l’acqua fa fatica a defluire verso il mare. Inoltre i fiumi presenti sul territorio hanno regime torrentizio.

Oggi si tratta di far tornare a vivere – sottolinea la Coldiretti – “un territorio di circa 300mila ettari di superficie agricola dei quali oltre 25mila ettari di frutteti con nell’ordine pesche e nettarine, kiwi, albicocche, susine, pere, kaki, ciliegi e castagni mentre in altri sono 25mila ettari sono piantati vigneti ma ci sono anche migliaia di ettari coltivati ad orticole come patate, pomodoro, cipolla e altro anche per la produzione di sementi. Oltre 60mila ettari sono coltivati a grano duro per la pasta, grano tenero per il pane, orzo, sorgo e mais. Su altri 7mila ettari si estendono le coltivazioni di girasole, colza e soia mentre oltre 40mila ettari sono coltivati ad erba medica per l’alimentazione animale. E’ infatti preoccupante – continua la Coldiretti – la situazione anche degli allevamenti con 250mila fra bovini, maiali, pecore, capre, polli, galline da uova e tacchini e migliaia di animali morti e affogati”. A questi si aggiungono i pesci morti, le case allagate, gli stabilimenti sommersi.

Per far risorgere le aziende si è lanciata l’iniziativa del made in Emilia Romagna. In Emilia Romagna si cerca di fare comprare i prodotti salvati. Un’altra iniziativa è stata quella  di portare a Roma in piazza San Pietro parte del raccolto salvato. Per farlo conoscere. Dopo la visita della von der Leyen si può sperare in un intervento miliardario dell’Unione. In occasione del terremoto di Amatrice ne vennero messi a disposizione quattro.

L’intervento del governo è invece da definire.

Fa discutere l’intervento del ministro per la protezione civile che ha affermato che parte dei danni si potevano evitare. Naturalmente chi attribuisce il tutto ai cambiamenti climatici si scandalizza. Ma c’è anche chi parla della manutenzione di dighe e corsi d’acqua e della realizzazione di nuovi invasi.
Le precipitazioni verificatesi ai primi di maggio e poi a metà maggio al momento rappresentano un evento eccezionale da un lato per la quantità di pioggia caduta e dall’altro per l’estensione del fenomeno. L’ultimo evento simile risale al 1939.

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