Homo homini lupus. Quel famelico “unopercento”.

di Maria Pia Caporuscio. Se l’uomo si fosse per davvero alzato in piedi non ci troveremmo nella condizione che il novantanovepercento della popolazione muore di fame mentre l’unopercento si arricchisce spudoratamente. Una società così concepita non sarebbe stata possibile se l’uomo si fosse evoluto totalmente, senza più traccia dell’animale che era stato. Purtroppo un residuo animalesco persiste ancora in alcuni soggetti di questa specie. Alzarsi in piedi non significa stare ritto su due zampe, ma sollevare dalla terra quelle mani dove annaspano ancora.
Quelle mani che una natura generosa ha voluto regalare agli umani, non vengono utilizzate nel modo per cui ci furono donate: procurare il cibo per sé e per chi non è in grado di poterlo fare, come malati, vecchi e bambini. La meraviglia di quelle mani è stata trasformata in artigli da alcuni uomini, per sottomettere e derubare tutti gli altri e questo non può ritenersi il comportamento di una specie evoluta. Com’è possibile che miliardi di uomini si facciano sottomettere da un pugno di altri uomini per anni, per secoli senza riuscire a trovare un modo per fermarli? Come può essere definito questo atteggiamento se non animalesco? Solo gli animali si arrendono ad un padrone, ma solo dopo una lotta in cui si dimostra essere il più forte, ma accade sovente che un altro più coraggioso lo sfidi ancora e lo abbatta, mentre invece gli umani non sono ancora in grado di abbattere, chi intende arrogarsi questo diritto e si arrendono come pecore, alla sopraffazione degli uomini-cani. Mi chiedo perché, dopo secoli di evoluzione civile, intere generazioni si lascino umiliare senza fiatare! Perché ancora si lasciano schiavizzare senza lottare? Perché si permette ogni sorta di violenza contro sé stessi e la propria specie? Si subisce come fosse un fato, che esseri senza scrupoli devastino in modo irreversibile non solo la qualità della propria vita, ma anche il proprio habitat, compromettendo anche la vita futura degli abitanti. Perché ci si lascia rovinare questo miracolo chiamata vita, quando si è consapevoli di essere individui unici e insostituibili, aventi gli stessi identici diritti di chi si permette di crocifiggerci? Cosa c’è di umano in questa razza che assiste ogni giorno alla morte di milioni di persone per fame e permette che si spendano miliari in armamenti utilizzati per uccidere? Cosa c’è rimasto di umano nell’assistere impotenti, allo sfruttamento di milioni di lavoratori, che invecchiano chinando la schiena per pochi spiccioli, senza mai godere delle meraviglie che questo mondo offre gratuitamente e tollerare un gruppo di sfruttatori che si ingozza col ricavato del su lavoro e se la gode dalla mattina alla sera, oziando nei posti più splendidi della Terra? Cosa ci è rimasto di umano se non siamo capaci di opporci a questi uomini-demoni che si arrogano il diritto di esportare la democrazia con le bombe, sterminando popolazioni innocenti? Eppure nei secoli passati l’umanità ha partorito Uomini veri di cui andare fieri. Uomini che se potessero parlare ci urlerebbero tutta la loro rabbia perché stiamo permettendo la distruzione di secoli di storia. Stiamo cancellando la civiltà a cui la ricerca, le arti, la cultura e l’intelligenza ci avevano portati e tutto questo per consentire il dominio mondiale a dei dannati, indegni di vivere dentro questa meraviglia dell’universo chiamata Terra, che voleva solo offrire ospitalità e gioia a tutti indistintamente i suoi abitanti, regalandoci tutto quello che ci serviva per essere felici!

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