E’ sempre più spread e meno Europa!

E’ un pò come sta accadendo al prezzo della benzina. Che lo spread tra i Btp e i Bund tedeschi sia in costante rialzo con un differenziale che si attesta a 541 punti base e un rendimento al 6,6%, non fa più notizia. Nella vita ci si abitua a tutto, anche allo spread. E poi, mal comune mezzo gaudio! Pertanto, se Atene non ha più neanche gli occhi per piangere e Madrid sprofonda nella voragine del suo debito pubblico con uno spread che si attesta a 636 punti base, cosa c’è di strano se Roma infligge al Paese le tasse più alte del mondo!? La borsa italiana, ed i mercati finanziari internazionali, ripropongono per l’ennesima volta performance drammatiche! Ormai non c’è molto da sperare e da lasciare all’immaginazione. E’ fin troppo evidente quello che sta accadendo sul fronte finanziario. I grandi operatori economici, i poteri forti del mondo, tengono sotto scacco il Vecchio continente: comprano e vendono titoli di Stato, speculando a loro piacimento ed esclusivo profitto! Prepariamoci, quindi, ad una lunga e calda estate in vista di un agosto tradizionalmente caratterizzato da estrema volatilità dei mercati e con la speculazione in agguato. Risulta, altresì, inquietante, in uno scenario del genere, l’immobilismo dell’Unione Europea che a fronte di grandi proclami: “Abbiamo lo Scudo Anti-Spread! Abbiamo il Fondo Salva Stati”, quando, poi, si tratta di sostenere e supportare le decisioni dei singoli governi, si smarca dagli impegni assunti con problematiche di natura tecnico-amministrativo-burocratica. Tutto il mondo ha gli occhi puntati sul Vecchio continente: una situazione di difficoltà contingente si sta trasformando in una situazione di difficoltà strutturale. Si teme, ormai il peggio. Ed il peggio non è il ritorno alle monete nazionali, ma il cosiddetto scenario di Euro2: l’Europa a due valute! I Paesi forti con l’attuale Euro. I Paesi in difficoltà con un nuovo Euro in via di definizione. A meno che… non venga messo in essere un “meccanismo di salvataggio internazionale” attraverso interventi di Sati che godono di un surplus di bilancio e di fondi nazionali tali da supportare il debito europeo, o che i “ricchi d’europa” facciano quadrato e ci mettano i loro denari per salvare baracca e burattini!!! Ma la domanda che sorge spontanea è la seguente: ma chi glielo fa fare? Il debito pubblico è ormai fuori da ogni controllo. La sua evoluzione e la capacità di riuscire a rimborsarlo nel tempo sembra praticamente impossibile, a fronte della perdita di piccole e medie imprese che chiudono per fallimento o delocalizzano la produzione, degli sprechi pubblici e privati che non sono stati neanche scalfiti dalle presunte riforme, dei salari e delle pensioni fermi ai minimi storici, della disoccupazione e della precarietà sempre più dilaganti, di un apparato statale troppo pesante e farraginoso in cui si pensa a riforme di facciata, come il presidenzialismo e la legge elettorale, invece di incidere nel tessuto vivo delle problematiche che affliggono il Paese ed estirpare “il bubbone” che ci sta uccidendo tutti.

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