E dopo le elezioni… la stangata sulla casa!

L’avevamo detto più volte. Renzi con una mano da 80 euro e non a tutti, ma con l’altra toglie molto, ma molto di più dalle tasche degli italiani a cominciare da quelli che hanno la malaugurata sorte di possedere un appartamento, per non parlare poi dei proprietari di seconde case! 
Soltanto che adesso, per ovvi motivi elettorali, il governo parla solo degli 80 euro in busta paga e non di come, quando e quanto metterà a ferro e fuoco le case degli italiani! Infatti, sul fronte Tasi – il nuovo contributo sui servizi indivisibili – i sindaci stanno prendendo le loro decisioni in merito alle aliquote. E, da Milano a Roma, quella che va prospettandosi è una sfilza di rincari. 
Infatti, se con il superamento dell’Imu si puntava ad abbassare la pressione fiscale, l’obiettivo non è stato centrato. 
A conti fatti, sull’abitazione principale la Tasi raggiunge lo stesso peso dell’Imu, superandolo in taluni casi. 
Le altre abitazioni, invece, o pagano l’Imu uguale al 2013 o la somma dell’Imu e della Tasi. L’aliquota Tasi dell’1 per mille per l’abitazione principale, sulla quale erano stati condotti i calcoli ufficiali a fine 2013, non riguarda praticamente nessuna città. E, come se non bastasse, le detrazioni in molti casi non sono sufficienti a compensare la spesa. Per non parlare del fatto che, spesso, le risorse per queste detrazioni arrivano da incrementi di aliquota su seconde case, imprese e negozi.
Ricordiamo che la Tasi è stata introdotta nella legge di stabilità 2014 per compensare la cancellazione dell’Imu sulla prima casa. L’imposta sui servizi indivisibili parte da un’aliquota uguale per tutti, l’1 per mille. A causa dell’assenza di detrazioni, che avrebbe reso obbligatorio il pagamento anche per quei cittadini esenti dalla vecchia imposta, si è reso necessario il terzo decreto “Salva Roma”. Quest’ultimo ha dato ai sindaci la possibilità di far crescere il tributo sui servizi indivisibili dello 0,8 per mille sopra i tetti massimi (2,5 per mille sull’abitazione principale, 10,6 per mille nella somma tra Imu e Tasi sugli altri immobili) per finanziare le detrazioni sulle prime case.
Roma. L’aliquota aggiuntiva dovrebbe colpire seconde case, negozi e capannoni, facendo salire la spesa dal 10,6 per mille all’11,4 per mille. Per quanto riguarda le abitazioni principali, l’aliquota massima dovrebbe essere del 2,5 per mille con detrazioni variabili. 
Milano. Aumenti sugli altri immobili e aliquota del 2,5 per mille con detrazioni sulle prime case, sconti che riguarderanno però solo una parte dei proprietari. Sopra i 350 euro di rendita catastale, le detrazioni si applicheranno solo a chi ha un reddito fino a 21mila euro all’anno.
Scorrendo l’Italia da nord a sud è tutto un aumento: la casa di proprietà è un bene di lusso che va tassato, la seconda è addirittura un eccesso che va ulteriormente penalizzato, perché in questa Italia, libera e democratica, possedere una casa è una colpa, averne due un delitto!

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