Calenda: Basta prediche. Ecco la mia Fase 3.

di Carlo Calenda. Sono passati esattamente 102 giorni dalla dichiarazione di stato d’emergenza sanitaria fatta dal Governo e ancora oggi la gestione della crisi si fonda tutta sul richiamo alla responsabilità dei cittadini.
Tutti i giorni sentiamo sermoni daI Presidente del Consiglio, dai Ministri, dal Commissario su quello che gli italiani dovrebbero fare ma non sentiamo mai quello che loro devono fare.
Abbiamo cercato di ribaltare questa situazione e di farlo non con gli slogan ma con una proposta costruttiva e articolata , com’è nel DNA di Azione.
Dieci parametri molto precisi, sulla base dei quali organizzare il lavoro delle Regioni e del Governo per riaprire e affrontare in sicurezza la Fase 3. Per ogni parametro abbiamo indicato tre soglie, sul modello di un semaforo, che stabiliscono la situazione ottimale, intermedia e di rischio.
Quali sono i parametri che abbiamo definito? I criteri oggettivi più rilevanti per misurare la diffusione del virus sono l’indice di contagio – il famoso Fattore R – e il rapporto percentuale positivi Covid/abitanti.
Anche la capacità diagnostica è importante. Abbiamo bisogno di sviluppare un sistema affidabile ed esteso di tamponi, di effettuare test sierologici non solo alle categorie a rischio ma a chiunque torni al lavoro e della (fantomatica) applicazione per il tracciamento digitale dei contatti.
La parte più rilevante però è quella proattiva, cioè quello che dobbiamo fare per rafforzare le strutture sanitarie e farci trovare pronti a un’eventuale nuova ondata. Abbiamo elaborato quella che dovrebbe essere la cintura di sicurezza del Paese. Posti in terapia intensiva, certo, ma anche tutta la rete di prevenzione per non arrivarci.
La scelta dei parametri e delle soglie è guidata dall’evidenza scientifica e basata sull’elaborazione di dati ufficiali. È sconvolgente che alcuni di questi non siano pubblici. Servirà un grande sforzo di trasparenza, oltre che di efficienza. Trovate il documento integrale sul sito di Azione, in cui facciamo anche esempi di come potrebbero effettivamente riaprire attività e scuole in alcune Regioni.
Al Governo chiediamo solo quello che è stato fatto in altri Paesi: un piano serio, dettagliato e trasparente di gestione e prevenzione dell’emergenza. Anche questa volta lo abbiamo fatto lavorando su una proposta solida e inviandola al Governo e a tutti i segretari di partito.
Ci auguriamo di essere ascoltati e che non si ripeta quello che è successo sulla Cassa Integrazione o la liquidità alle imprese: ci sono volute settimane preziose per arrivare a cose che Azione dice dal primo giorno .
Gli italiani hanno fatto la loro parte, adesso spetta al Governo e alle istituzioni fare la loro.

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