Mario Draghi: “Questo è un anno in cui non si chiedono soldi, si danno”!

di Redazione. Tanto tuonò che piovve. E così Mario Draghi, come aveva promesso – “parlerò solo quando avrò fatto qualcosa e avrò qualcosa da dire agli italiani” – ha parlato con i giornalisti che da settimane lo tiravano per la giacchetta confidando in qualche notizia su cui scrivere qualcosa che non fossero le solite ovvietà del precedente governo.

Ed eccola la prima conferenza stampa del premier Draghi a seguito dell’approvazione in Consiglio dei ministri del ‘DL SOSTEGNI’: “Questo decreto è una risposta significativa molto consistente alle povertà, al bisogno che hanno le imprese e ai lavoratori, è una risposta parziale ma il massimo che abbiamo potuto fare all’interno di questo stanziamento”, ha detto il premier Mario Draghi al termine del Cdm. “I pagamenti inizieranno l’8 aprile, per chi avrà fatto domanda. Se tutto va come previsto oggi, 11 miliardi entreranno nell’economia nel mese di aprile”, ha aggiunto. 

Finalmente delle certezze!

Cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali fino a 5mila euro tra il 2000 e il 2010 (anziché 2015) e solo per chi rientra in un tetto di reddito di 30mila euro.

“E’ chiaro che sulle cartelle lo Stato non ha più funzionato, uno Stato che ha permesso l’accumulo di milioni e milioni di cartelle che non si possono esigere: bisogna cambiare qualcosa”. Non usa giri di parole il premier per spiegare, in riferimento allo stralcio delle cartelle, che nel decreto Sostegni ci sarà anche “una parte che prevede una modifica della riscossione, una piccola riforma della riscossione, del controllo e dello scarico” delle cartelle. “Senza – spiega – in un paio di anni avremmo avuto ancora milioni di cartelle da dover esigere”.

Lo ‘stralcio’ delle cartelle prevede un importo contenuto di 5.000 euro “che corrisponde ad un netto di circa 2.500 euro tra interessi e sanzioni varie”. E questo “permette all’amministrazione di perseguire la lotta all’evasione anche in modo più efficiente”, ha detto Draghi definendo la norma un ‘condono’ che però sarà limitato ad una piccola platea, sotto un certo reddito “e forse con minore disponibilità economica. Avrà impatti molto molto limitati”.

Ora “è necessario accompagnare le imprese e i lavoratori nel percorso di uscita dalla pandemia, questo è un anno in cui non si chiedono soldi, si danno soldi, verrà il momento di guardare al debito ma non è questo il momento, di pensare al Patto di stabilità”, ha spiegato Draghi in conferenza stampa.

Quindi tutti ‘felici e contenti’, si fa per dire considerata la drammatica contingenza del momento che tutti gli italiani stanno vivendo. Ma nel mentre lo Stato ieri ‘ristorava’ e oggi ‘sostiene’ a suon di miliardi di euro, il debito pubblico cresce vertiginosamente e quando arriverà il giorno in cui dovremmo restituire tutta questa valanga di soldi ci sarà da stare sicuramente meno allegri!

Ma con ogni probabilità quando arriverà quel momento, forse non sarà lo stesso Mario Draghi, passato con altrettante probabilità da Palazzo Chigi al Quirinale, a mettere le mani nelle tasche degli italiani, ma un governo politico finalmente eletto dai cittadini italiani.

 

 

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