Dove vanno a finire i beni miliardari confiscati alle mafie?

di Attilio Runello. Negli ultimi cinque anni sono stati oggetto di sequestri e confische alle mafie beni mobili e immobili per un valore di circa trentadue miliardi. Dove va a finire questo patrimonio che da solo potrebbe evitare allo Stato di ricorrere all’indebitamento del Mes? Sempre che si ricorra a questo indebitamento.

Bisogna tener presente che i beni sequestrati non fanno parte del patrimonio dello Stato. Solo quando vengono confiscati rientrano nei beni in possesso della pubblica amministrazione. Pertanto il valore dei beni confiscati è di undici miliardi e settecento milioni. Gli altri beni rientrano nelle azioni di contrasto preventive e nei beni giudiziari. Ma in futuro potrebbero rientrare.

Buon senso vorrebbe che uno Stato che fa fatica a spendere i trentotto miliardi dell’Unione europea che sono già a sua disposizione, cede per prezzi ridicoli le spiagge agli enti balneari, cede in concessione le autostrade chiedendo soltanto il 2,5% del costo del biglietto, quantomeno cerchi di capitalizzare i beni che provengono dalle mafie.

E invece sembra che non avvenga nemmeno questo. I circa trentamila immobili confiscati per metà sono stati assegnati ai comuni e un’altra metà è in attesa di assegnazione. I comuni ne hanno assegnato una minima parte ad associazioni no profit, naturalmente in comodato. Altri li prendono in gestione per uso pubblico. E il resto rimane fermo a deperirsi o a chiudere battenti – dove si tratta di aziende.

Ma uno Stato che ha duemila e quattrocento miliardi di debito – che ogni anno costano settanta miliardi di interessi non dovrebbe cercare di sfruttare tutto quello che ha a disposizione per capitalizzare e raggiungere il pareggio di bilancio che è scritto nella nostra Costituzione? E questi undici miliardi non farebbero comodo?

Naturalmente di fronte a tanto buonsenso si sollevano questioni di principio: “Libera”, una rete di associazioni, cooperative sociali, scuole, ecc che raccoglie migliaia di persone, si batte per l’uso sociale dei beni confiscati.

E se il dieci per cento venisse assegnato a queste associazioni non andrebbe bene?

Dal sito dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata si parla di 17334 beni in gestione. Di questi 2500 sono aziende. E come vengono gestite?

La trasmissione Report alcuni mesi fa ha denunciato l’argomento. Ma non è servito nemmeno questo a farlo diventare oggetto di dibattito politico. La Rai è ritornata in questi giorni sull’argomento con una rubrica su Rainews.

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