Dopo le Europee, arriverà la resa politica dei conti, ma per imprese e famiglie il conto da pagare sarà un conto salato!

di Redazione. Non è tanto la bocciatura di Bruxelles a spaventare, ma il giudizio negativo pressoché unanime che si è sollevato non solo da tutti i paesi europei, ma soprattutto qui da noi, in casa nostra.
Da Confindustria a Bankitalia ai Sindacati, dalla Corte dei Conti all’Inps all’Ufficio parlamentare del bilancio, dagli investitori ai risparmiatori, è stato tutto un coro di no alla cosiddetta Manovra del Popolo. E udite, udite, persino il ministro per gli Affari Ue, Paolo Savona è contrario alla manovra: “Non si può più andare avanti così, non ha senso. Così non reggeremo a lungo. E la manovra com’è non va più bene: è da riscrivere”!
Ma la prova provata dell’italico dissenso alla politica economica del governo giallo-verde sta nel fatto che l’asta dei Titoli di Stato è andata praticamente deserta!
I sondaggi dicono che questo governo gode del 60% del consenso popolare, ma poi all’atto pratico, quando si tratta di mettere mano al portafoglio investendo in Bot e Btp, gli italiani stigmatizzano come questa maggioranza non sia in grado di governare il Paese e tengono i soldi fermi sul conto corrente o sotto il materasso.
Un governo che elargisce denari pubblici a cani e porci, purché formalmente poveri e disoccupati, con il reddito di cittadinanza ai ‘divanisti’ e a chi lavora in ‘nero’, che fa il paio con la pensione di cittadinanza distribuita a chi non ha mai pagato un euro di contributi all’Inps; un governo che pensa di abolire la legge Fornero senza considerare che per realizzare quota 100 servono soldi che non ci sono; un governo che prevede una tassa minima per tutti e altre corbellerie che stanno bene nei libri dei sogni ma non in quelli contabili; un governo che indebita ulteriormente i cittadini con una legge di bilancio a zero crescita, zero sviluppo, zero occupazione e zero tutto, con un ‘più’ grande come una montagna sul debito pubblico, è un governo che non può durare a lungo.
Il tempo d’incassare i voti delle prossime elezioni Europee e il giorno dopo ci sarà la resa dei conti tra due forze politiche il cui accordo di governo è ormai profondamente logorato. Il fatto drammatico è che dal loro gioco irresponsabile in atto sulla pelle delle imprese, dei lavoratori e dei risparmiatori, il paese ne uscirà con le ossa rotte e un conto salatissimo da pagare che come sempre sarà a carico dei ‘soliti fessi’!

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