Dipendenti pubblici, pochi, vecchi, demotivati e malpagati!

Uffici pubblici vecchi e fatiscenti, con pochi impiegati altrettanto ‘vecchi’ e demotivati che sono entrati a far parte della Pubblica Amministrazione accettando certe condizioni, che poi nel corso degli anni sono mutate, in peggio naturalmente! E che oggi si ritrovano costretti a dover restare inchiodati sul posto di lavoro, grazie alla fornero, fino a 67 anni + speranza di vita, con stipendi da fame, carichi di lavoro triplicati e future pensioni sempre più lontane e più povere!

Altro dato sconfortante è che nella PA mancano i giovani. Nel 2021 l’età media del personale stabile è 50,7 anni (49,9 anni per gli uomini, 51,4 per le donne). Nel 2001 era di 44,2 anni. L’età  media di entrata è passata in vent’anni da 29,3 a 34,3 anni. Gli impiegati pubblici con meno di trent’anni sono il 4,8%, si riducono al 3,6% solo tra il personale stabile.

Nei ministeri, negli enti locali e nella scuola si contano solo due giovani di meno di trent’anni assunti stabilmente ogni cento impiegati. Il confronto con i dipendenti stabili che hanno più di 60 anni è impietoso: nei ministeri abbiamo lo 0,7% persone di meno di trent’anni, ma il 29,3% sopra i 60 anni. Nelle funzioni locali sono l’1,8% contro il 20,8% di “anziani”, nella scuola addirittura lo 0,3% contro il 22,8% di persone sopra i 60 anni.

“Nel 2023 abbiamo l’obiettivo di assumere 172mila persone nella Pubblica Amministrazione: a giugno siamo arrivati a 104mila. È un buon numero che mi fa pensare che raggiungeremo l’impegno che ci siamo dati”. Lo dice il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo a Sabaudia.

“La Pubblica amministrazione è il più grande datore di lavoro d’Italia, che ha vissuto un periodo drammatico dal 2010 al 2020 anche a causa della crisi economica del 2008, che ha determinato, anche per il debito pubblico italiano, una serie di provvedimenti tra cui il blocco del turn-over nella pubblica amministrazione – aggiunge – nel periodo 2010-2020, la pubblica amministrazione in l’Italia ha perso 300mila persone. Nel 2013 l’eta media dei lavoratori delle Pa era di 43 anni, oggi nel 2023 l’età media sfiora i 50, quindi abbiamo peggiorato la nostra età media di ben sette anni”.

Nel comparto pubblico, quindi, si registra una forte ripresa dei concorsi, ma anche una diminuzione dei candidati e un aumento delle rinunce. Da inizio 2021 a giugno 2022 si sono presentati appena 40 candidati per ogni posto messo a bando, un quinto rispetto ai 200 di media nel biennio precedente, e mediamente due vincitori su dieci hanno rinunciato al posto, con punte del 50% di rinunce per quelli a tempo determinato.

A causa dell’affollamento delle selezioni nell’ultimo biennio, si sono spesso verificate candidature multiple e vincitori in più posizioni (il 42% ha partecipato a più di un concorso e il 26% è ‘ risultato idoneo in almeno due), in una concorrenza tra enti per cui l’8,6% dei 150mila assunti per concorso nel 2021 era già un dipendente pubblico.

E l’inedito potere di scelta dei candidati spinge sempre meno persone ad accettare il trasferimento al Nord, dove l’affitto impegna quasi il 50% dello stipendio di un laureato neoassunto, contro il 18- 23% in una città metropolitana del Sud.

Analizzando i comparti delle funzioni centrali e locali, la sanità e quello dell’istruzione e della ricerca (al netto della scuola), la competizione tra amministrazioni ha riguardato l’8,6% dei vincitori di concorso che sono in realtà già dipendenti pubblici. Tra tutti i comparti, spiccano le Funzioni locali, terze per numero di assunzioni da concorso, che presentano un’incidenza percentuale di personale già dipendente pari al 15,6%.

In costante crescita esponenziale le esternalizzazioni, alias le privatizzazioni del settore pubblico, per incarichi libero professionali di studio, ricerca e consulenza.

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2 Responses

  1. maurizio ha detto:

    aggiungerei anche la meritocrazia pari a zero dove vengono premiati i soliti raccomandati per cui sia che lavori tanto e bene sia che non fai un emerito c…o sei pagato uguale: ecco perché si è demotivati

  2. the best ha detto:

    Oggi la partecipazione ai concorsi è quasi un lavoro se lo si vuole fare con impegno.
    Si tratta di studiare. Alcune materie nei concorsi amministrativi si ripetono altre no.
    Oggi è richiesta la conoscenza della lingua inglese e informatica.
    Aggiornamento sulle materie

    Preparazione a risolvere quesiti di logica. Quesiti situazionali. Occorre molto esercizio. Di solito 60 quesiti in 60 minuti.
    Ci si candida online con uso di spid.
    Chi li fa partecipa a diversi.
    Dal sud anche avvocati partecipano a concorsi per funzionari.
    Quelli dirigenziali, per carriere diplomatiche, magistratura. prefettura richiedono due o tre anni di studio. Ci sono scuole che preparano

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