Diavolo alla cantonese!

Milioni e milioni di italiani, venti anni orsono, lo avevano eletto alla guida del Paese illusi dal fatto che l’uomo di Arcore potesse trasformare l’Italia così come aveva fatto con la squadra di calcio del Milan che, con Berlusconi presidente, spadroneggiava in casa e fuori, imponendo il suo gioco a qualsiasi avversario e vincendo tutto quello che c’era da vincere.
Oggi quella squadra non c’è più, sommersa com’è dai debiti proprio così come accaduto per l’Italia del ventennio berlusconiano. Con l’aggravante che l’Italia berlusconiana, a differenza di quella rossonera, non ha conosciuto neppure un giorno di gloria! E allora il Berlusconi, processato, condannato, decaduto, invecchiato, fiaccato, consumato e spento dall’incedere del tempo, segna il passo, o meglio ne fa parecchi indietro. Dopo avere sedotto gli italiani in quella fatidica puntata di “Porta a Porta” con la firma del famigerato “Contratto con gli italiani”, li ha abbandonati al governo dei “nominati”. E oggi la sua parabola continua a scendere vertiginosamente conoscendo persino l’onta della vendita dei gioielli di famiglia: il Diavolo più vincente di sempre, un pezzo della gloriosa storia del calcio italiano, la AC Milan, da oggi è roba cinese. Che tristezza.

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