Destra e Sinistra. In medio stat virtus.

di Redazione. La Destra e la Sinistra. Secondo alcuni sono delle categorie del passato. Secondo altri sono due posizioni senza sostanziali differenze.
Secondo noi, invece, sono due schieramenti che hanno rotto con il loro passato ideologico e che – purtroppo – guardano più all’oggi che al domani, senza un reale progetto di vita e di società che risponda ai cambiamenti epocali di questo terzo millennio: lavoro, ambiente, immigrazione, stato sociale.

Comunque anche se la differenza sostanziale tra Destra e Sinistra non è più ideologica, una differenza c’è, ed è soprattutto in politica economica.

La Sinistra, un tempo il partito della classe operaia e più in generale dei lavoratori, oggi più che mai è il partito delle tasse e dell’obbedienza ai vincoli Europei e ai diktat della Troika che propone maggiori tasse per far quadrare i conti pubblici, pensando ad una patrimoniale anche sulla prima casa e sui risparmi degli italiani.

La Destra, un tempo il partito dell’ordine, della pulizia e della disciplina, oggi più che mai è il partito delle partite Iva, che vuole ridurre le tasse ad imprenditori e professionisti, nella convinzione che abbassando la pressione fiscale anche chi evade pagherebbe le tasse per quanto gli compete.

Nel mezzo la questione migranti.

La Sinistra – anche se con il suo Ministro dell’Interno ha dato il ‘la’ alla chiusura dei porti italiani – sarebbe per l’accoglienza e l’integrazione senza se e senza ma.

La Destra, invece, sarebbe per una immigrazione limitata e controllata e per il rimpatrio dei clandestini.

In buona sostanza, in Italia si continua ad entrare e a restare quando e quanto si vuole da tutte le parti del mondo, sia con la Destra che con la Sinistra al governo: basta semplicemente non prendere un barcone!

Destra e Sinistra. Gli estremi si toccano. In medio stat virtus: restituire dignità a quel ceto medio che sia da Destra che da Sinistra è stato spremuto fino all’osso; lotta all’evasione fiscale, visto e considerato che il 50 per cento degli italiani non paga le tasse; riduzione del cuneo fiscale, ovvero meno tasse per i datori di lavoro e più soldi nelle tasche dei lavoratori; governare a nostro vantaggio i flussi migratori, come accade in tutti gli altri Stati europei, inserendo i migranti che necessitano – come parte attiva e non passiva – in quei contesti socio-economici disertati dagli italiani!

Solo così l’Italia riparte. Tutto il resto sono soltanto chiacchiere, propaganda elettorale.

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