“Destinazione Italia”, il treno di Matteo Renzi.

L’Italia ha già perso troppi treni, tant’è che staziona miseramente sul binario morto della crisi più nera della sua storia, sperando che il prossimo capostazione, eletto col Rosatellum, saprà rimetterla sul binario giusto e darle la spinta necessaria per uscire fuori dal tunnel, a riveder le stelle. Ma lui, Matteo Renzi, smaltita la tranvata referendaria, il treno se lo fa su misura e lo prende al volo, non per tornarsene a casa, come aveva promesso, ma per riprendersi Palazzo Chigi.
E così, dalla stazione Tiburtina di Roma, è in partenza “Destinazione Italia”, il treno del Pd, con il quale il segretario dem per due mesi attraverserà il Belpaese. “Pronto per il viaggio in treno di ascolto dell’Italia e degli italiani, buon viaggio a tutti noi”, ha scritto Matteo Renzi questa mattina su Instagram, prima di giungere al binario 2 per la partenza del convoglio di cinque vagoni. Ad accompagnare Renzi nella prima tappa del viaggio ci sono i ministri Graziano Delrio e Maurizio Martina, il capogruppo Ettore Rosato, il portavoce del partito Matteo Richetti, il tesoriere Francesco Bonifazi e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Oggi il treno toccherà tre Regioni: Lazio, Marche e Umbria. Le stazioni di sosta saranno Fara Sabina, Civita Castellana, Narni, Spoleto, Fano. “Iniziamo un viaggio dentro il cuore dell’Italia. Io non faccio discorsi – assicura Renzi – è un viaggio per prendere appunti: si impara più due ore a Fara Sabina o Civita Castellana che a stare chiusi nelle stanze tradizionali. E’ un viaggio di ascolto, ma anche di impegno, perché in queste zone abbiamo fatto già qualcosa. E’ semplice, tranquillo, anche molto umile: andare ad ascoltare. Si parla spesso di voto utile, io credo molto nel voto umile. Il Partito democratico, con tutti i suoi difetti, è l’unica forza politica di sinistra in Europa ancora credibile e in grado di vincere, nonostante l’atteggiamento tipico – del Pd prima della stampa – di guardare solo le cose che non vano. Ovviamente il Pd è pronto ad aprirsi al dialogo con tutti: campagna di ascolto, più che iniziativa di campagna elettorale vecchia maniera. Sulla manovra approvata ieri, pieno sostegno al governo. Con questa legge elettorale, se passerà al Senato e speriamo che accada, se una coalizione raggiunge più o meno il 40%, avrà la maggioranza e i numeri per governare da solo. Abbiamo preso il 40% alle europee ed è stato un bel risultato, il 40% al referendum e non lo è stato. Non c’è due senza tre. Lo scopriremo solo vivendo, se guardi i sondaggi io credo che ci possa essere. La larga coalizione? Vorrei vincere le elezioni, vorremmo escludere la grande coalizione perché vinciamo noi. Non abbiamo veti verso nessuno. Punto. Ci interessa capire di cosa si discute e come si discute. Alle elezioni ci saranno centrodestra, centrosinistra col Pd come perno fondamentale ma non solo, e i Cinque stelle. La partita sarà in tre blocchi. Siamo per discutere di cose concrete e non fare polemiche con nessuno. Poi immagino che ci sarà la sinistra estrema…”.

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