Riforma giustizia, come cambiano i processi.
Dopo tensioni e schermaglie, la maggioranza si ricompatta. Con 396 sì, 57 no e 3 astenuti, è arrivato il via libera della Camera alla riforma della giustizia, con il testo che ora passa al Senato.
Obiettivo dichiarato – soprattutto in ottica Recovery Fund, per poter ottenere i fondi del New Generation Eu: no riforme, no party! – è quello di ridurre del 25% entro i prossimi cinque anni i tempi della durata del processo penale in Italia, snellendo gli ingorghi della fase di appello, la cui durata media è di 850 giorni, a fronte di uno standard europeo di poco più di 100 giorni!
Lo staff del magistrato è l’arma – alla voce “risorse umane” – per velocizzare del 25% il processo penale e del 40% quello civile. Il Pnrr ha stanziato 2,3 miliardi di euro per l’assunzione a tempo determinato nei prossimi 5 anni di 21.910 persone, pari ai due terzi dell’attuale organico degli ausiliari dei magistrati oggi in servizio. Si tratta di 5.410 unità di personale tecnico-amministrativo e di 16.500 laureati in Giurisprudenza, Economia e Scienze Politiche.
Senza dubbio, quello della prescrizione è stato il punto politicamente più divisivo. Lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado introdotto dalla riforma Bonafede, a partire dal 20 gennaio dello scorso anno, resta in piedi. E vale tanto in caso di sentenza di assoluzione che di condanna. Si prevede che durante il primo grado decorra regolarmente. In Appello i processi dovranno durare due anni e in Cassazione uno, con la possibilità che i procedimenti più complessi arrivino rispettivamente fino a tre anni e a 18 mesi
L’accordo raggiunto nei giorni scorsi prevede che per i reati più gravi (mafia, terrorismo, violenza sessuale e traffico di droga) il giudice procedente possa chiedere ulteriori proroghe di un anno. C’è anche una fase transitoria, fino a tutto il 2024, in cui le Corti di Appello avranno tempi ancora più ampi, per permettere loro di smaltire l’arretrato anche grazie a assunzioni e investimenti nei Tribunali. Se il timing non viene rispettato il processo si ferma, diventa “improcedibile”. Dovrebbero anche essere fatti salvi i diritti delle vittime dei reati di proseguire la causa per il risarcimento dei danni davanti al giudice civile, anche nel caso di processi “fermati” dalla nuova tempistica. Restano imprescrittibili i reati puniti con l’ergastolo.
Introdotta, infinte, l’inappellabilità per alcuni reati minori, l’inammissibilità degli appelli privi di specifiche motivazioni e viene ampliata la non punibilità per fatti di lieve entità.
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