Napolitano: ‘Se cade il governo, danni irrecuperabili’.

“Se cade il governo Letta, danni irrecuperabili per l’Italia”. Questo il monito del Capo dello Stato agli elettricisti di Pd e Pdl che pensano di staccare la spina al governo delle larghe intese, sebbene per quella spina non passi più da un pezzo neanche un briciolo di corrente. C’erano due o tre cosette da fare, da parte di questo esecutivo, prima di tornare al voto: la riforma elettorale, la riduzione del cuneo fiscale, l’apertura del credito alle imprese. Ma il governo si è letteralmente spento dopo il cortocircuito provocato dalle larghe intese, allorquando il filo rosso è stato rabberciato con quello nero. E il botto di quel cortocircuito è stato talmente forte che ha stordito tutti. Persino i pentastellati, rimasti anche loro a secco di energie politiche propositive nonostante le fonti alternative di cui tanto andavano urlando. L’unico ad agitarsi, in questo mare morto della politica italiana, è Matteo Renzi. Ma anche lui ne ha per poco. Il sindaco di Firenze, a furia di rottamare tutti e nessuno, è rimasto pure lui con le batterie a terra e la ruota della fortuna gli si è inceppata sulle dimissioni di Angelino Alfano. Quindi, in questo clima asfittico e immobile, se il governo Letta resta o va a casa nessuno se ne accorgerebbe. Neppure Ballarò, chiuso per ferie! Se cade questo esecutivo non ci sarebbe nessun danno maggiore di quello già causato al Paese da mesi e mesi di melina e di continui rinvii. Nessun danno sarebbe più ‘irrecuperabile’ del tempo perso dal governo per quello che doveva essere e non è stato, per quello che doveva fare e che non ha fatto. Ergo, nessuno si straccerebbe le vesti per una crisi di governo. Allo stato attuale delle cose, l’unico “danno irrecuperabile” per la vita del Paese sarebbe quello di non fare arrivare a Bruxelles, puntuali come sempre, i soldi della “bolletta Italia”. Questo è l’unico flusso di energia vitale che ci tiene ancora in piedi. Interromperlo sarebbe letale. La troika non ce lo perdonerebbe mai! Per cui, cari onorevoli deputati e illustrissimi senatori, lasciateci un numero di conto corrente o un codice Iban per fare quel versamento e andate pure al mare a godervi quelle ferie così poco meritate, quanto lautamente pagate dai contribuenti italiani!

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