Meloni, Forze dell’ordine: “Ingiusta campagna denigratoria”.
di Bianca Conte. «Ritengo ingiusta la sistematica campagna di denigrazione alla quale siete stati sottoposti»: è con queste parole che Giorgia Meloni apre l’incontro di questa mattina con i sindacati delle forze dell’ordine a Palazzo Chigi, sulle iniziative legislative in itinere del governo in materia di ordinamento, organizzazione e funzionamento delle forze di polizia con funzioni di controllo del territorio. Un’affermazione, quella della premier, che spazza via recriminazioni e pretestuose rivendicazioni seguite soprattutto ai cortei di Pisa e Firenze. Punteggiati da una canizza sollevata a sinistra, fomentata da accuse equivoche e analisi pretestuose a cui già nei giorni scorsi il ministro Piantedosi ha risposto coi fatti. Citando dati e numeri che smontano la bufala dei manganelli facili. E, soprattutto, un presunto clima da regime che tenderebbe a silenziare le voci dissidenti. Dissidenti di cui si omette di menzionare o in qualche caso addirittura si giustificano disordini e violenze.
Criticità e margini di miglioramento.
E ancora. «Siamo perfettamente consapevoli che, tra le tante attività che impegnano le Forze di polizia, quella della garanzia dell’ordine pubblico è tra le più difficili e impegnative. È un’attività – ha puntualizzato la Meloni – che prevede un prima, un durante, un dopo. Un prima: se è vero che le manifestazioni non vanno autorizzate, è altrettanto vero che vanno comunicate per dare modo a voi di calibrare le forze in campo e i mezzi da adoperare. Quando il responsabile dell’ordine pubblico, cioè il Questore, detta prescrizioni sullo svolgimento della protesta, per esempio tenendo a distanza da obiettivi sensibili, lo fa non per negare il diritto a manifestare, ma per garantirlo al meglio. E al tempo stesso per non negare diritti egualmente sanciti dalla Costituzione. È ovvio che se, come è di recente accaduto per più di una protesta, gli organizzatori non danno alcuna comunicazione, questo aumenta le vostre difficoltà, qualunque sia l’età di partecipanti».
La citazione del professor Ricolfi.
«C’è poi un durante», su cui la premier si è soffermata, sostenendo che «l’equilibrio fra il diritto a manifestare e la tutela dell’ordine pubblico per voi non è dibattito accademico. Ma è una scelta estremamente concreta da fare in pochi secondi. Spesso, stretti materialmente fra i manifestanti che premono di fronte. E gli obiettivi da difendere che sono alle spalle. Qualche giorno fa, sulle pagine di un quotidiano, il professor Ricolfi sottolineava come una mentalità che ha messo al bando i doveri genera conflittualità e non costruisce nulla. Sono perfettamente d’accordo con lui», ha rimarcato la presidente del Consiglio.
Meloni alle forze dell’ordine: «A Pisa verifica su errori e abusi, capiamo insieme come migliorare».
Infine, soffermandosi sui fatti di Pisa, la Meloni ha concluso: «Il ministro Piantedosi, in Parlamento, e il Capo della Polizia, hanno assicurato la verifica attenta di quanto è accaduto a Pisa, e la piena collaborazione con l’autorità giudiziaria per far emergere errori o abusi. Fermi restando questi accertamenti. E rispettandone l’autonomia, lo scopo di questo nostro incontro è di guardare al presente e al futuro. Quindi, ricevere da voi proposte sul contributo che il governo e, per la parte di iniziativa del governo, il Parlamento, possono dare oggi per migliorare la gestione dell’ordine pubblico». Anche perché, come ha precisato Giorgia Meloni nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi, le crisi internazionali «porteranno ad aumentare le proteste». E il governo vuole «continuare a garantire i diritti a manifestare, ma nel rispetto delle regole». Pertanto, «serve la buona volontà di tutti».
Fonte: https://www.secoloditalia.it
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