Comune di Torino: una questione di trasparenza!

di Renata Gavaldo. Questo è il resoconto di un fatto storico avvenuto a Torino nel 2003. Questo resoconto indicherà documenti che chiunque potrà verificare e controllare. Chi scrive non intende in alcun modo esprimere giudizi o valutazioni di qualsivoglia natura. Chi scrive avendo vissuto in prima persona questo accadimento, desidera che venga portato a conoscenza del maggior numero possibile di persone, perché riguarda milioni di persone: diverse Regioni, centinaia di Province, migliaia di Comuni. In cosa consiste il servizio tesoreria enti pubblici? Ogni comune, provincia, regione deve avere per legge una bancatesoriere che gestisca il servizio di tesoreria (comunale, provinciale, regionale). Il servizio consiste nella gestione del denaro dell’ente: incassare per conto dell’ente o pagare per conto dell’ente. Alla fine di ogni esercizio (1° gennaio -31 dicembre) la bancatesoriere rende il conto della propria gestione tramite un documento: Conto consuntivo giudiziale che deve essere approvato dal Consiglio dell’ente e successivamente inviato agli organi deputati al controllo (Corte Dei Conti). Il servizio è rivolto alla collettività (non alla clientela della banca) e consiste nel maneggio del pubblico denaro. Siamo in presenza di un servizio svolto da una banca ma diverso da tutti gli altri, in quanto regolato non dalla normativa codicistica, ma dalla legge di contabilità nazionale. Fino al 2003 questo servizio era un unicum inscindibile ed incedibile. 16 Dicembre 2003 – Si riunisce la III° Commissione Consiliare del Comune di Torino: si discute della proposta della bancatesoriere del comune di Torino (e di migliaia di altri enti pubblici). La bancatesoriere del comune di Torino intende porre in atto una modifica del servizio tesoreria enti pubblici. La modifica si articola in due punti:
a) Scindere in due il servizio, mantenendo alla banca un ruolo commerciale.
b) Cedere la parte operativa (e 239 lavoratori) ad una società di servizi (appartenente al gruppo della stessa bancatesoriere) che non è banca e che, nel proprio oggetto sociale non ha il servizio tesoreria enti locali.
Alcuni lavoratori protestano, c’è uno sciopero. Il comune di Torino decide di esaminare il problema e convoca la III° Commissione Consiliare. Esiste una registrazione della seduta che chiunque può richiedere all’URP del Comune di Torino. Partecipano alla sedute molte OO.SS., alcuni rappresentanti del comune di Torino nonché i rappresentanti della bancatesoriere e della società di servizi che avrebbe svolto il servizio per la parte operativa. Tutte le OO.SS. presenti dissero “no”. No all’intera operazione. Milano 21 gennaio 2004- La bancatesoriere del comune di Torino (e di migliaia di altri enti locali) firma l’Accordo di cessione con alcune OO.SS. Desidero richiamare l’attenzione su un punto dell’Accordo che a mio avviso è il cuore pulsante dello stesso, paragonabile all’architrave di una costruzione. Leggiamo testualmente questo passaggio: “l’azienda dichiara che gli approfondimenti effettuati con i ministeri interessati hanno dato esiti positivi in termini di fattibilità giuridica sul progetto complessivo”. Da una lettura attenta di questo passaggio dell’Accordo, a mio avviso, emerge quanto segue:
1) La fattibilità giuridica dell’intero progetto si basa su approfondimenti ministeriali.
2) Non vengono citati i ministeri.
3) Non si cita alcuna norma giuscontabilistica a sostegno della fattibilità giuridica.
Questi approfondimenti ministeriali nessun “lavoratore ceduto” li ha mai visti! Alcuni “lavoratori ceduti”, non avendo visto gli approfondimenti ministeriali, scrissero ad alcuni ministeri. Il Ministero delle Finanze rispose ai lavoratori. Lettera del Ministero dell’Economia e delle Finanze 10.9.2004 – Prot. N.102712 – a firma Ragioniere Generale dello Stato. Nella lettera fra l’altro si legge: “Al riguardo – nel precisare che lo scrivente risulta del tutto estraneo all’approfondimento dell’operazione in questione…”. Questa lettera veniva fotocopiata e distribuita non solo ai lavoratori, ma fatta anche pervenire a molte autorità locali, e a molte formazioni politiche. Silenzio di tomba. La Consigliera comunale, al Comune di Scarmagno – nel 2007 presentava un’Interrogazione al Sindaco di Scarmagno sulla questione Approfondimenti. Il comune di Scarmagno (To) aveva per BancaTesoriere la stessa Bancatesoriere del Comune di Torino. Questa giovane Consigliera chiese tramite un’Interrogazione di vedere gli Approfondimenti, ma non ebbe successo. L’unico risultato che ottenne fu quello di non venire più ricandidata. Conclusione, siamo nel giugno 2012 e il problema sussiste. Come cittadinacontribuente mi pongo una domanda: visto che in Italia esiste una legge sulla Trasparenza Amministrativa e considerato che la questione riguarda la gestione del pubblico denaro, se gli approfondimenti ci sono si esibiscano, se invece non ci sono, si traggano le opportune conclusioni.

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *