Colesterolo cattivo addio. Ecco il farmaco che lo riduce del 75%!

Ldl – Low Density Lipoprotein – ovvero colesterolo ‘cattivo’ addio! Arriva anche in Italia il farmaco che promette di stabilizzare, anche nei pazienti più difficili, i livelli di colesterolo Ldl, quello che per intenderci espone al rischio cardiovascolare. Si chiama Evolocumab (Repatha) e, al momento, risulta essere il primo anticorpo monoclonale interamente umano utilizzato in cardiologia. Il medicinale, appartenente alla classe degli inibitori della proteina PCSK9, sarebbe in grado di ridurre in sicurezza i livelli di colesterolo (Ldl) nel sangue fino al 75%, anche nei pazienti difficili da trattare e per i quali i medici fanno fatica a trovare delle soluzioni terapeutiche efficaci: persone che hanno già subito un infarto, che soffrono di diabete, che non rispondono alle statine o che sono intolleranti. Pazienti ad alto rischio di andare incontro a un evento cardiovascolare, anche mortale. Evolocumab, che ha già dimostrato risultati senza precedenti in un vasto programma di studi clinici, punta ora a dimostrare che, in aggiunta alle statine, non solo riduce i livelli di colesterolo LDL, ma diminuisce drasticamente il rischio di eventi quali morte cardiovascolare, ictus, infarto, ospedalizzazione per angina instabile o rivascolarizzazione coronarica.In Europa sono infatti responsabili di 4 milioni di decessi in un anno, pari al 46% delle morti totali, e in Italia di 300 mila morti. Le previsioni per il futuro nel nostro Paese non sono rosee. L’ipercolesterolemia, che è il primo fattore di rischio, secondo i dati dell’Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare Anmco dell’Istituto Superiore Sanità (Iss) è in continua crescita: negli uomini siamo passati dal 20,8% nel periodo 1998-2002 al 34,3% nel quadriennio 2008-2012, nelle donne del 24,6% al 36,6%. Di questi solo il 24% degli uomini e il 17% delle donne è trattato efficacemente. Un quadro preoccupante per la salute pubblica e per le finanze dello Stato. In Italia ci sono oltre 2 milioni e mezzo di persone con un’ipercolesterolemia grave, e buona parte di essi non si cura adeguatamente. Nonostante i ciò i costi sanitari diretti dell’ipercolesterolemia ammontano a una spesa annua di 1,14 miliardi di euro. Aggiungendo i costi indiretti delle malattie cardiovascolari, nel 2014 si sono raggiunti i 18 miliardi di euro.

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