Case degli Enti svendute e rivendute a prezzi di mercato.

di Maria Pia Caporuscio. Ieri ho assistito sconcertata ad un episodio per davvero indegno, compiuto dagli esponenti di un condominio contro una donna, colpevole di non essere stata baciata dalla fortuna (come invece era toccato a loro) di non ritrovarsi proprietaria di una casa, quasi regalata. Questa brutta storia ha avuto inizio dalla svendita di quello che era e doveva restare patrimonio pubblico: le case popolari. Case pagate dai nostri padri con una trattenuta a vita sulla busta paga e che dovevano servire a dare una casa a chi non poteva permettersi di pagare un affitto oneroso.
Oltretutto questi affitti, anche se minimi, andavano ad incrementare il monte premio dell’INPS, per il pagamento delle pensioni. Purtroppo per fare cassa, è stato svenduto agli inquilini questo patrimonio pubblico al prezzo irrisorio di 30.000,00 euro per 50 mq. Questo immobile (restaurato a spese delle belle arti che si trova in una zona semi-centrale della capitale) disponeva anche dell’abitazione del portiere (vuoto da circa trent’anni perché nessuno più poteva permettersi di pagare un portierato, tant’è che le nuove costruzioni ne sono prive) veniva anche questa abitazione “regalata” ai fortunati acquirenti. Quest’appartamentino di 48 mq è abitato da una pensionata vedova a 500 euro al mese (che aveva reso abitabile a sue spese con l’aiuto dei parenti) dove paga un affitto di 260,00 euro al mese. Ora questi “padroni” vorrebbero cacciare questa disgraziata, per riaffittarlo ad un prezzo più elevato o rivenderlo addirittura, naturalmente a prezzo di mercato. La motivazione addotta è quella che nella capitale con 260 euro non si affitta neppure un box, dimenticando, questi “graziati dalla sorte” che essi, con trentamila euro non lo avrebbero mai potuto comprare quel box. Questa gente è la stessa che pretende dalla politica diritti uguali per tutti. Sono gli stessi che contestano i privilegi della casta, gli stessi che parlano di pari opportunità fra tutti gli uomini, di leggi giuste, di solidarietà, di giustizia sociale. Mi chiedo con quale diritto si pretende onestà e giustizia dagli altri quando essi per primi la negano al loro prossimo? Vergogna! Tutti vogliamo la giustizia ma fuori la porta di casa nostra!

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