Caro benzina. In Francia la rivolta dei ‘gilet gialli’. In Italia… paghiamo zitti e mosca ogni sorta di balzello!

di Redazione. In Francia continua la protesta dei ‘gilet gialli’ contro il caro carburanti. Un’onda di quasi 300.000 donne e uomini in gilet giallo, quelli catarifrangenti obbligatori in auto. Una protesta senza capi né portavoce, partita sui social dalla popolazione più povera colpita dal caro-carburante e finita sotto le finestre dell’Eliseo, circondato dai manifestanti che cantavano la Marsigliese e gridavano “Macron, dimettiti”.
I francesi non ci stanno a farsi salassare alla pompa di benzina e scendono in piazza: bloccate diverse autostrade, bloccati anche una decina di depositi di carburante, bloccato il Paese intero, con conseguenti incidenti e scontri, si contano un morto e più di 400 feriti, di cui 14 gravi.
A manifestare non sono né sindacati né partiti, ma gente esasperata dalle tasse, abituata a vivere e lavorare duramente, persone che spendono una parte sempre più importante del loro stipendio per fare il pieno. Molte le donne, giovani e famiglie con i figli.
Chiara l’intenzione di tutti di manifestare pacificamente la loro rabbia profonda. Dal caro-carburante, la rivolta è diventata quella della Francia che lavora duro e che alla fine del mese si ritrova a secco, contro la Francia “parigina” e dei centri metropolitani, dei ricchi, di chi può fare il pieno di benzina senza soffrire troppo.
Ma cosa farebbero i francesi qui da noi dove paghiamo in media la benzina l’11,4% in più rispetto a loro? I francesi risparmiano oltre 9 euro (9,4) a ogni pieno. Sul diesel lo scarto è invece della metà, pari a 5,36% e 4,4 euro al litro di minori costi.
Lo rivela un’analisi dell’Uecoop (Unione europea delle cooperative) su dati Globalpetrolprices.com in riferimento alle proteste che stanno scuotendo la Francia. Proteste che nascono dall’annuncio del governo Macron di un aumento delle tasse sul gasolio di 6,5 centesimi al litro, e della benzina per 2,9 centesimi a partire dal primo gennaio 2019.
Uecoop sottolinea: “Ma anche con questi rincari i carburanti francesi saranno, anche se di pochi centesimi, più convenienti di quelli italiani che restano quelli in media più cari al mondo con la benzina a 1,65 euro al litro e il diesel a 1,56 euro al litro, pur con differenze fra nord e sud, fra pompe private e quelle dei grandi marchi dell’energia”.
Un salasso quotidiano sia per privati che per le imprese. In Italia circolano oltre 41,6 milioni di veicoli fra camion, furgoni, auto e bus. Pertanto Uecoop stigmatizza che l’aumento della spesa energetica ha un doppio effetto negativo, perché riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese. L’alto livello dei prezzi dei carburanti rispetto alla grande maggioranza degli altri Paesi europei è ancora uno degli elementi di svantaggio competitivo per l’economia dell’Italia.
Eppure nel Belpaese, dove la benzina è tra le più care al mondo, tutto tace e tutti in coda alla pompa di benzina, portafoglio in mano, zitti e mosca!
È evidente che gli italiani sono più ricchi dei francesi.

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