Canottaggio. Campionati del mondo – Racice (CZECH) 2022.

di Alberto Sigona. Gli azzurri del remo chiudono la rassegna iridata di Racice con il sontuoso bottino di 5 Ori e 9 medaglie totali. Ma lo scarno bottino rimediato nelle gare olimpiche ci proibisce di gioire pienamente…

Se le ultime kermesse internazionali avevano rilanciato gli azzurri nell’orbita della gloria, questa tenutasi in acque ceche, pur fra alcune contraddizioni (che andremo ad esaminare), potrebbe essere stato il Mondiale della vera svolta, dando il “la” ad un nuovo periodo che per noi potrebbe essere veramente aulico, per una futura renovatio imperii che presto potrebbe essere attuata dal nostro Canottaggio, rinverdendo i fasti d’antan, rientrando stabilmente ad indossare le vesti regali.. Un Canottaggio italiano che pare stia progressivamente lasciandosi alle spalle gli anni non particolarmente prosperi d’inizio millennio, in cui si faticava non poco a reggere il passo delle altre potenze, ricongiungendosi col fulgido passato.

Uno sport molto… democratico.
La delegazione azzurra si avvia a rimettersi in pari con la storia, per un rientro stabile nei piani alti che ci renderebbe estremamente orgogliosi, specie se consideriamo che lo sport in questione non è certo fra i meno praticati al Mondo. Anzi, a dispetto della scarsa considerazione che gli riservano tanti media (dai giornali alle tv), il Canottaggio è da ritenere uno degli sport più popolari (e longevi, visto che affonda le radici in epoche molto remote, che si perdono fra i meandri dell’umanità) del Pianeta, ed è quello, poco dietro all’Atletica, che vede la concorrenza più agguerrita. Sarà per questo che in tale disciplina si registra puntualmente un equilibrio senza paragoni fra le varie contendenti. In un certo senso possiamo asserire come sia lo sport più “democratico” che esista, in cui non si assiste quasi mai (specie da quando è crollato il Comunismo Sovietico, quando imperavano URSS e DDR, concedendo poche “intrusioni”) ad una Nazione erculea svettare prepotentemente sulle altre (come invece accade in molte altre discipline…). Non a caso i team che riescono a salire sul podio sono sempre tantissimi, e le gare sono spesso vissute all’insegna dell’incertezza, a tutto vantaggio dello spettacolo, che non lesina certo in emozioni. Insomma, il Canottaggio è una signora disciplina a tutti gli effetti, e riuscire ad attestarvisi su livelli d’eccellenza non è certo facile, e richiede tanto sacrificio e tanta umiltà, per uno sport che incarna alla perfezione lo spirito olimpico, dove la sana rivalità e la sofferenza agonistica si fondono in abbraccio ideale, in cui sono concepiti in modo genuino i princìpi più nobiliari della competizione (altro che il business esasperato del Calcio…), che non dovrebbero mai latitare in nessuna disciplina, e che ciascun atleta dovrebbe interpretare con zelo.. E pazienza se in molti non la pensano allo stesso modo. A partire, forse, proprio dalla stessa Federazione Internazionale: le premiazioni troppo informali, con celebrazioni tutt’altro che solenni (senza il podio), che ricordano delle gare amatoriali o tuttalpiù dilettantistiche, e la programmazione ad orari insoliti degli eventi non rendono giustizia ad uno sport antico (la prima regata competitiva si tenne a Venezia nel 1315, ma pare che tale sport già si praticasse in Egitto attorno al 2600 a. C!) e rinomato che non merita altro che rispetto e deferenza.

Viva la F.I.C.
Tornando a questi Mondiali (che tornavano dopo 2 anni di stop forzato causa Covid), ricordiamo che questo nostro stupefacente bottino di 5 Ori (3 Argenti e 1 Bronzo, comprendendo il pararowing), con cui le nostre imbarcazioni a suon di remate hanno fatto trangugiare ettolitri d’acqua agli avversari, ci permette di eguagliare il prestigioso record del 1995, quando ascoltammo l’Inno di Mameli ben 5 volte, per una messe d’allori che all’epoca fotografava il periodo… d’Oro, è proprio il caso di dirlo, che stava vivendo il nostro movimento. Erano gli anni delle grandi vendemmie, quelli in cui solcavano l’acqua canottieri del calibro di A. Abbagnale, A. Sartori, C. Mornati, R. Galtarossa, L. Pettinari e tanti altri giganti del remo italico. Un’epoca che probabilmente ci apprestiamo a rivivere. Fra i successi più interessanti e significativi di questo Campionato ricordiamo quello del “Due senza pesi leggeri”, equipaggio composto da A. Durante e G. Ficarra. Ecco il racconto che ne fa Canottaggio.org, l’organo ufficiale della FIC: “È un’Italia arrembante quella che si porta subito al comando e inizia a imporre il ritmo agli avversari […] Italia prima […] al passaggio dei 1000 metri con la Repubblica Ceca che nel frattempo ha superato la Turchia […]. Italia sempre prima anche al passaggio dei 1500 metri con la Repubblica Ceca in seconda posizione. Ficarra e Durante nell’ultima parte […] alzano il ritmo a 43 colpi fiaccando i cechi a tal punto che [quest’ultimi] vengono superati anche dagli ungheresi. L’Italia è Campione del Mondo al termine di una regata spettacolare condotta sempre in testa e sempre con un ritmo di colpi molto alto.”

Così va in archivio un Mondiale storico, che ci permette di guardare con sano ottimismo agli anni venturi, anche in prospettiva Parigi 2024. Merito in primis di chi ha vinto le rispettive regate, certo, ma merito anche di chi – e mi riferisco alla FIC (Federazione Italiana Canottaggio), presieduta da Giuseppe Abbagnale (indimenticabile leggenda del remo) – giorno dopo giorno lavora sodo, con passione e soprattutto con professionalità ed abnegazione per garantire un presente ed un futuro rosei ai nostri atleti, mettendoli in condizione di raggiungere i traguardi tanto agognati. Unica nota stonata è la mancanza di risultati di rilievo in gare olimpiche (un Argento ed un Bronzo non sono un bottino degno della nostra tradizione), quasi una costanza per certi versi inspiegabile che, duole ammetterlo, rende un po’ meno luccicante e molto meno pesante il nostro forziere. Ma ad ogni modo sarebbe ingeneroso sminuire oltremodo i trionfi dei nostri atleti, visto che si tratta pur sempre di Titoli iridati e che anche in specialità non olimpiche è molto difficile riuscire a prevalere. Piccola digressione: ma non è anacronistica, ingenerosa nei confronti degli atleti ed un po’ ottusa questa suddivisione all’interno di un Campionato del Mondo fra specialità olimpiche e non olimpiche che assegnano medaglie di Serie A e di Serie B? Se quest’ultime, come pensano alcuni, non valgono quasi nulla, tanto vale abolirle, a meno che, e forse sarebbe la cosa più saggia, il CIO non si decida ad includere tutto il Canottaggio ai Giochi di Olimpia, come avviene ad esempio con Atletica e Scherma…

Tornando a noi, probabilmente questo nostro “raccolto” potrebbe essere una buona base di partenza in ottica futura: non è raro, infatti, per un canottiere effettuare nell’arco della sua vita agonistica un cambio d’imbarcazione, ed in fondo quando hai a disposizione vogatori dotati di classe e tenacia ad iosa, puoi sempre “sfruttarli” a prescindere dalle specialità (basti pensare ad A. Abbagnale, campione olimpico in 3 imbarcazioni differenti). Concludiamo la disamina di questa rassegna iridata col ricordare che gli azzurri hanno concluso al 2° posto nel medagliere per Nazioni, dietro ai già citati sudditi di Sua Maestà Carlo III (7 Titoli), anteponendo la prua innanzi alla sorprendente Romania (che ai Mondiali non saliva sul podio finale dall’89), Olanda, Francia, Ucraina, Irlanda, ecc…sorprende in negativo l’Australia, con zero Ori. Medagliere storico che vede ancora saldamente in testa la decaduta Germania EST (94 Ori), proprio davanti all’Italia (90), che a sua volta precede la Germania (84), la Gran Bretagna (73), gli Stati Uniti (65) e la Nuova Zelanda (51).

A piè di pagina vorrei, con umiltà, lamentare la sponsorizzazione delle maglie della Nazionale, la cui sacralità, a mio modesto parere, non dovrebbe mai essere sacrificata sull’altare del dio denaro (anche se questo viene adoperato a fin di bene). È triste vedere ormai da diversi lustri le maglie azzurre di diversi sport (dal Volleyball al Rugby, passando per il Basketball) imbrattate da invasive scritte commerciali anche durante tornei di altissimo livello qual è il Campionato del Mondo, per una discutibile ed “indecente” “moda” che non va certo a braccetto con i vecchi e genuini valori nonché con la tradizione più amena. Capisco le esigenze dei tempi moderni, comprendo le esigenze di far quadrare i conti, però…

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *