Calenda: “Ripartiamo da Azione”.

di Carlo Calenda. Il progetto di partito unico è fallito. Non è una questione personale né di “cattivi caratteri”. Metterla in questi termini sarebbe una banalità e una mancanza di rispetto verso i 2 milioni e 400 mila elettori che il 25 settembre hanno scelto di votarci. È una rottura politica, perchè un cammino comune con Italia Viva era una promessa elettorale. Per questa ragione è giusto spiegarvi che cosa è accaduto in questi giorni.

È stato presto chiaro che il partito unico non rientrava nelle priorità di Matteo Renzi. In particolare, ci è parso evidente che questo progetto non avrebbe avuto futuro quando il leader di Italia Viva, anziché fare un passo indietro come aveva detto, ne ha fatti cinque avanti. Ha ripreso il suo partito diventandone plenipotenziario e sollevando dal ruolo Ettore Rosato – con cui abbiamo lavorato benissimo negli organi della Federazione, dove invece Renzi ha sempre rifiutato di sedersi.

Nonostante i suoi tentennamenti, abbiamo mandato proposte scritte, io le ho pubblicate e sono disponibili per tutti. La nostra idea era quella di un futuro partito contendibile, democraticamente eletto, forte e con un manifesto politico e culturale ben definito.

La sua risposta invece è stata netta: non era disponibile né a sciogliere Italia Viva, né a prendere l’impegno di destinare le risorse del suo partito verso il nuovo. E da lì la domanda è sorta spontanea: come può affrontare la campagna delle Europee un partito che nasce senza risorse e senza 2 per mille? Noi eravamo pronti su tutti i fronti e abbiamo quindi spiegato che se non avessimo agito così, non sarebbe nato un partito unico ma tre.

Di fronte a queste circostanze, abbiamo preso una posizione molto netta. Ieri abbiamo avuto una riunione con Italia Viva che si è conclusa con un nulla di fatto. Gli amici di IV ci hanno sostanzialmente ribadito che non si sarebbero presi alcun impegno finanziario, perché Matteo Renzi avrebbe continuato a fare attività politica con il suo partito.

Non abbiamo avuto altra scelta se non quella di rompere, perché le loro proposte avrebbero creato un gigantesco caos; esattamente ciò che volevamo evitare.

I prossimi passi, dunque, vedranno Azione fare un grande lavoro che includerà l’area popolare e quella liberale. È un impegno che abbiamo preso con gli italiani. Ci avrebbe fatto piacere farlo insieme a Italia Viva ma Renzi ha voluto diversamente.

Tengo a ribadire che ciò che avete sentito in questi giorni, invece, è solo un’arma di distrazione di massa. La sostanza rimane una: non è stata una lite di personalità, ma politica, perché costruire un partito è un grande atto politico.

Per quanto fatto in questi mesi e soprattutto in queste settimane, sono stato riempito di insulti di ogni genere, da molti esponenti di Italia Viva. Non ho risposto: i miei rilievi sono sempre stati di natura e di contenuto politico. Ora c’è un problema di fiducia reciproca e su questo lavoreremo, perché abbiamo dei gruppi parlamentari comuni.

Adesso ripartiamo da noi. Ripartiamo da Azione. È ancora più urgente costruire quell’area riformista di cui questo Paese ha davvero bisogno e lo faremo noi. Tesserati, sostienici con il tuo 2×1000. Dobbiamo farlo insieme.

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