Cade il vincolo del 2° mandato: M5S diventa un partito come tutti gli altri.

Caduto pure il vincolo del doppio mandato, ormai il Movimento 5 Stelle è un partito come tutti gli altri.
Parla il politichese meglio dei vecchi democristiani, fa mille giravolte e cento dietrofront per non perdere terreno, occupa i talk show, si dichiara europeista e non nomina più il reddito di cittadinanza quando è in odore di governo per tornare populista in campagna elettorale. E adesso cade anche l’ultimo baluardo della diversità con il resto dei partiti: il vincolo del 2° mandato! Dopo il flop di un governo pentastellato, il capo politico del M5S fa fronte comune con la Lega per un immediato ritorno alle urne, e i grillini entrano subito in fibrillazione: la paura di perdere la poltrona appena conquistata fa 90! Tant’è che molti neo eletti dei 5Stelle sarebbero già pronti a sostenere un qualsiasi governo pur di non perdere lo scranno parlamentare. Per arrestare l’emorragia Di Maio è costretto a rimangiarsi una delle regole fondative del Movimento: “La legislatura di fatto non è iniziata, non vale più la regola del secondo mandato: faremo liste fotocopia”. In questo modo il deputato di Pomigliano blinda anche sè stesso e la sua leadership. Vale la pena ricordare che il vincolo del doppio mandato è stato la regola cardine del Movimento 5 Stelle sin dalla campagna per il Parlamento pulito, quella dell’apriscatole, lanciata nel primo Vaffa-Day, di Beppe Grillo nel 2007, tanto per capirci. Una regola che obbligava tutti gli eletti M5S a lasciare le istituzioni dopo averle servite per due mandati. Da questa regola, considerata sacra e inviolabile, in quanto permetteva ai 5Stelle di mantenere la caratteristica di movimento dei cittadini e non di partito formato da mestieranti della politica, si derogherà però per le nuove elezioni, che potrebbero svolgersi tra poche settimane. Luigi Di Maio, all’assemblea dei parlamentari in cui ha comunicato la scelta di opporsi alla proposta del governo neutrale fatta dal presidente della Repubblica Mattarella, ha fatto trapelare l’assenso di Beppe Grillo alla deroga al vincolo del doppio mandato. In caso di elezioni a fine luglio il M5S giustificherebbe questa scelta con la mancata partenza della legislatura. Grillo, che rimane il garante del M5S, non ha preso ancora una posizione pubblica, ma sembra difficile che Di Maio si sia esposto in un simile modo senza aver concordato questa scelta con il guru del Movimento.

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