Burro alla riscossa: +12,5% nei consumi degli italiani.

Ma chi l’ha detto che il burro fa male? Con l’aumento del 12,5% della spesa nel carrello delle famiglie italiane nel 2017, dovuto anche al riconoscimento delle sue proprietà da parte di recenti studi scientifici che hanno fatto cadere pregiudizi nei confronti di un prodotto percepito come più naturale e salutare di altri, il burro si prende così la sua rivincita.

E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti divulgata per la Giornata mondiale del latte del 1 giugno. Un appuntamento che, precisa la Coldiretti, festeggia un’inversione di tendenza negli acquisti per uno dei condimenti più tradizionali della dieta degli italiani sulla base delle elaborazioni su dati Ismea. Il burro, sottolinea la Coldiretti, sta riacquistando popolarità ed è tornato ad essere uno dei grassi più usati in cucina per i suoi molti punti di forza; a differenza delle margarine non è un prodotto chimico, è meno calorico degli oli, non è idrogenato ed è ricco di nutrienti come il calcio, sali minerali, proteine del latte e la vitamina A. A spingere la domanda del burro anche la scelta di un numero crescente di industrie alimentari di orientarsi verso prodotti “olio di palma free” che hanno avuto un incremento record delle vendite del 17,6% nel 2017. Una domanda che ha fatto balzare verso l’alto anche le quotazioni alla produzione del burro salite del 57% dall’inizio del 2018.

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