‘Bioshopper’ a pagamento… e io pago!

Il 2018 si apre subito all’insegna dell’aumento del costo della vita. Da ieri, infatti, si pagano i sacchetti biodegradabili e compostabili per frutta, verdura, carne e pesce. L’Europa ordina, l’Italia obbedisce. Peccato, però, che la stessa cosa non avvenga per quanto riguarda le nostre retribuzioni, fanalino di coda di tutta l’€urozona! Comunque, a fare la stima su questo ulteriore peso che vine a gravare sul budget familiare è l’Osservatorio di Assobioplastiche, che ha compiuto una prima ricognizione nella grande distribuzione, in occasione dell’entrata in vigore, ieri appunto, della legge 123/2017, il cosiddetto ‘Decreto Mezzogiorno’, approvato lo scorso agosto, in cui si indica che queste buste non possono essere gratis.
Così, oscillerà fra 4,17 e 12,51 euro, il prezzo che ogni famiglia dovrà aggiungere quest’anno alla spesa alimentare fatta in supermercati e ipermercati. Infatti, nella ricognizione compiuta dall’Osservatorio in una dozzina di grandi magazzini alimentari, il costo di ogni singolo sacchetto è risultato compreso fra 1 e 3 centesimi. Assobioplastiche ricorda che il consumo di buste si aggira tra i 9 e i 10 miliardi di unità, per un consumo medio di ogni cittadino di 150 ‘bio-shopper’ all’anno. Sul pagamento di questi sacchetti si è subito aperta la polemica. Per il Codacons è “un nuovo balzello che si abbatterà sulle famiglie italiane, una nuova tassa occulta a carico dei consumatori”. Per Legambiente, invece, “non è corretto parlare di caro-spesa. L’innovazione ha un prezzo, ed è giusto che i bioshopper siano a pagamento, purché sia garantito un costo equo, che si dovrebbe aggirare intorno ai 2-3 centesimi a busta. Così come è giusto prevedere multe salate per i commercianti che non rispettano la vigente normativa”.

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