Benvenuti nel terzo millennio, quello della finta democrazia e delle Fake News!

di Pier Giorgio Tomatis. L’ultima battaglia della politica politicante per morigerare il sistema Italia (so che state pensando ad una riforma del Lavoro o delle Banche ma purtroppo non è così) è quella sulle cosiddette Fake News.
Il nuovo Satana che i nostri delegati amministratori (e non Amministratori Delegati, sia chiaro), dopo le intercettazioni telefoniche che, evidentemente, minavano il tessuto democratico di questo Paese è quello di certe informazioni che risultano essere prive di fondamento. L’Italia non può permettersi dei Giudici che indagano e dei giornalisti che informano. In compenso, nulla è ancora stato fatto per disinfiammare un Parlamento da rappresentanti del Popolo che sono giudicati colpevoli di gravi reati finanziari o peggio. L’operazione politica che può di primo acchito sembrare legittima e nobile (in genere tutte le più grandi nefandezze partorite dal mondo politico partono con questi presupposti) in realtà è il secondo attacco di fila ai pilastri di quella democrazia che, guarda caso, è proprio la bandiera sventolata dai suoi detrattori. Mentre negli USA (dopo il caso Watergate) al giornalismo è stato riconosciuto un ruolo di fondamentale importanza per la difesa delle Istituzioni, in Italia è il sistema che deve essere difeso dalle invadenze del giornalismo. Prosit. Un altro concetto democratico che va a farsi benedire e che contribuirà a rafforzare la convinzione che il nostro Paese sia ingestibile e ingovernabile oltreché ingiusto, non meritocratico e vittima di conflitti di potere tra paraistituzioni perlopiù invisibili e occulte. Probabilmente (anche se non è l’obiettivo del legislatore) dovremmo abbandonare l’abitudine di acquistare dei giornali sportivi in estate perché per l’80% dei casi sono pieni zeppi di notizie di mercato che non si realizzano (e, quindi, come tali, sono pregni di fake news) e di vedere programmi storici di inchiesta perché anche se una notizia data fosse vera il nostro ordinamento prevede che la realtà giuridica è quella che viene dimostrata a processo e non quella che lo è come concetto assoluto. La verità assoluta è unica e quella processuale dipende da molti fattori (non ultimo la capacità economica di chi è in causa). Benvenuti nel nuovo millennio, quello della finta democrazia che si comporta come un regime autoritarista negando il voto, la rappresentatività, le indagini giudiziarie e quelle giornalistiche. Non preoccupiamoci, però, come suggeriva Woody Allen in una sua arguta battuta… “si può peggiorare”. E lo farà. Stiamone certi.

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