Aumentano i separati in casa!

La fedeltà? Non è cosa nostra, da italiani insomma. Un recente studio condotto da esperti matrimonialisti ha, infatti, rilevato che nel nostro Paese sono fedeli solo tre coppie su dieci, con gli uomini più inclini al tradimento rispetto alle donne (55% contro il 45). Aumenta l’età “critica”, che ora è di 48 anni per lui e 44 per lei. E se prima l’infedeltà era prerogativa delle grandi città, ora fa proseliti anche in provincia e colpisce pure le coppie unite da sentimenti forti, mentre il posto di lavoro resta il luogo preferito per la scappatella, con Facebook e Twitter che stanno sempre più diventando occasioni tecnologicamente assistite di tradimento. Eppure, un po’ a sorpresa visti i dati, negli ultimi cinque anni solamente il 30% delle cause di separazione e divorzio discusse nei tribunali italiani ha avuto come oggetto l’infedeltà coniugale: si tende ad una sorta di rassegnazione passiva di fronte al tradimento, che molti vedono come quasi inevitabile dopo molti anni di matrimonio.
Emergono sempre più crisi coniugali che, pur essendo caratterizzate da continui tradimenti da entrambe le parti, non sfociano in rotture definitive. Sono i cosiddetti “separati in casa”, una situazione che riguarda migliaia di coniugi italiani che vivono come coinquilini nello stesso appartamento per non dover affrontare una costosa separazione. Insomma, si accetta il tradimento e si resta insieme per non ritrovarsi poveri tutto d’un colpo. E anche questo è un segno dei tempi. Un segno inequivocabile di recessione.

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