Alfano: “L’immigrazione non può essere un business”.

freeskipper_alfanoIl ministro dell’Interno, Angelino Alfano, oggi in conferenza stampa al Salone Conferenze del Viminale preso in condominio con la giornata dedicata alla “donazione sangue” per i dipendenti dell’Interno, ha fatto il punto sulle attività del 2013 svolte dal suo dicastero. Sul tema sicurezza e ordine pubblico, spiega il vicepremier, nel 2013 c’è stata un’importante azione di contrasto alla criminalità organizzata rappresentata dai sequestri e dagli arresti.
Ordine Pubblico. 
Il titolare del Viminale ha sottolineato che i risultati conseguiti sul fronte dell’ordine pubblico sono frutto della formazione delle forze dell’ordine. Tutto ciò, ha continuato Alfano, acquista un particolare significato anche per il fatto che nei mesi scorsi si era preannunciato “un autunno caldo”, che poi è stato “tiepido”. Il riferimento era ovviamente alle proteste sociali e alle manifestazioni dei cosiddetti Forconi.
No al numero identificativo per la polizia. Alfano si è poi detto “contrarissimo al numero identificativo per gli agenti che fanno ordine pubblico, ciò contraddice tutte le regole di sicurezza. Le forze dell’ordine rischiano la vita e noi li vogliamo proteggere”.  Il ministro ha fatto un bilancio anche sull’ordine pubblico, in relazione alle proteste avvenute di recente: 16 gli arrestati, 157 i denunciati con 17 contusi tra gli uomini delle forze dell’ordine e due tra i manifestanti.
Latitanti. Da quando il governo s’è insediato sono stati arrestati 49 latitanti: tra questi c’è anche Francesco Nirta, uno dei più principali criminali dell’ndrangheta che faceva parte dell’elenco dei latitanti di massima pericolosità. Le forze di polizia hanno portato a termine 87 operazioni di polizia giudiziaria con l’arresto totale di oltre 1000 persone dalla fine di aprile. Sequestrati oltre 6mila beni del valore di . Confiscati 1653 beni di cui 84 aziente per un valore complessivo di 1 miliardo di euro. La somma tra l’uno e l’altro supera i 3 miliardi di euro.
Furti e rapine. Dall’inizio dell’anno c’è stato un incremento di furti e rapine con un aumento dell’insicurezza percepita. Noi abbiamo capito tutot questo e abbiamo, nell’ambito del decreto sul femminicidio, introdotto e inserito delle noirme e delgi aggravanti a rapine coemmesse su soggetti vulerabili. Abbiamo creaot un sistema di contrasto anche elettronico. tale che i furti e le rapine sono scese del 7% e del 16% dalal seconda metà dell’anno. 
Il capitolo Immigrazione.
 “L’immigrazione non può essere un business” il ministro dell’Interno, nel corso della conferenza stampa di fine anno al Viminale, è tornato sulla vicenda del Cpsa di Lampedusa. Alfano ha annunciato maggiori controlli dopo la vicenda del video choc girato nel centro di accoglienza dell’isola e ha sottolineato che dovranno essere rispettate, da parte degli enti gestori, le regole oppure sarà messa in discussione il conferimento degli incarichi.
Il centro di Lampedusa alla Croce Rossa. La recessione del contratto Il ministro ha poi confermato la rescissionne del contratto con l’ente gestore ‘Lampedusa Accoglienza’: “Abbiamo trenta giorni di tempo per trovare una soluzione ed io ho già in mente un’idea: il conferimento della gestione alla Croce Rossa. Stiamo valutando con l’Avvocatura dello Stato, dalla quale aspettiamo un parere”. Il ministro ha tuttavia confermato la scelta di puntare ancora sulla sussidiarietà e cioè sull’affidamento a enti privati non a scopo di lucro della gestione dei servizi, “ma accentueremo la soglia dei controlli e di vigilanza”.
Siria, Libia, Egitto. Il nostro Paese ha pagato il conto a 3 elementi: il permanere dell’instabilità in Libia, da cui partono la maggior parte degli immigrati. La Siria e la tenuta dell’Egitto che è venuta meno che ha prmesso a eritrei e somali di raggiungere le nostre coste con maggiro facilità. Ne è derivato che lo scorso anno i siriani sbarcati a Lampedusa eranno poco più di 582 quest’anno sono arrivati a 11,307. Nel 2013 rispetto all’anno precedente, si è poi quintuplicato il numero di eritrei e somali.

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