Ad emergenza terminata, tutti dovrebbero pagare le tasse per quanto gli compete.

Ristoranti e bar hanno ripreso la loro attività all’aperto supportati dalla bella stagione. I tavolini hanno invaso ogni spazio calpestabile sui marciapiedi, tant’è che i pedoni sono costretti a camminare lungo la strada tra le auto. E laddove il marciapiede non era sufficiente hanno costruito delle pedane terrazzate con tavolini e ombrelloni mangiandosi decine di parcheggi. Ma non finisce qui. Ascoltando le interviste rilasciate dagli albergatori e dagli addetti al turismo, nel Belpaese siamo già al tutto esaurito! Presto riapriranno anche gli stadi, i teatri e i cinema all’aperto. Insomma l’Italia riparte!

E meno male, anche se il pianto intonato da chi è stato costretto a chiusure forzate il più delle volte era il pianto del coccodrillo, ovvero il pianto di chi si è ingozzato per anni e che poi ha dovuto rinunciare a qualche incasso perchè tutto il paese è stato chiuso per tutelare la salute degli italiani.
Adesso ci auguriamo che, quando sarà tutto finito in termini di emergenza sanitaria e si dovranno fare i conti di quanto è stato speso per fronteggiare l’altra emergenza, quella economica, a pagare le centinaia di miliardi di euro dati a pioggia in ‘ristori’ e ‘sostegni’, non siano i soliti fessi, ovvero i lavoratori dipendenti e i pensionati che già sono spremuti fino all’ultima goccia, ma coloro che durante la pandemia hanno continuato ad incassare a piene mani come farmacie, supermercati, alimentari, telecomunicazioni, e-commerce.

E che, mettendosi una mano sulla coscienza e l’altra sul portafoglio, contribuiscano a pagare il debito pubblico italiano soprattutto coloro che con o senza il Coronavirus evadono ed eludono il fisco, coloro che non hanno mai smesso di fare soldi a palate e coloro che – tra un asporto e l’altro – hanno ripreso a farne!

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