Accoglienza a Milano? Solo parole.

di Attilio Runello. “Siamo nuovamente in mezzo alla strada, senza alcuna soluzione proposta dalle istituzioni locali per poter vivere dignitosamente”. riferisce K., un cittadino originario del Mali.  È una delle 40 persone che vivevano nell’edificio occupato di via Esterle 15 a Milano, sgomberato la mattina del 29 agosto dalle forze dell’ordine.
I giornali se ne sono occupati poco.  L’operazione è iniziata alle prime luci dell’alba su mandato del questore del capoluogo, Giuseppe Petronzi. Ha colto  di sorpresa residenti e vicini. In segno di protesta, un gruppo di almeno quindici abitanti si è riunito sul tetto per ostacolare lo sgombero, rivendicando il diritto all’abitare.
L’edificio, è situato vicino via Padova, nella periferia Nord-Est di Milano. Prima dello sgombero era abitato principalmente da persone migranti provenienti dall’Africa occidentale: “Siamo lavoratori impiegati nella logistica e nella ristorazione, con contratti brevi e salari miseri – continua K. -. Lamenta che anche quando trovano casa vengono respinti per il colore della pelle. Nessuno si fida di noi. Non esistono soluzioni abitative adatte al nostro caso, che cosa dobbiamo fare?”.
Alcune associazioni come Ci Siamo-Rete Solidale e Abitare in via Padova hanno lanciato nel pomeriggio una mobilitazione di quartiere che ha coinvolto circa 300 persone. Ma non per offrire loro degli alloggi alternativi ma per manifestare contro lo sgombero.
In luglio gli emigranti avevano avuto un incontro con le istituzioni che hanno proposto loro soluzioni abitative in posti troppo cari per loro.
Anche a Milano dunque il tema dell’accoglienza si scontra con una realtà cittadina dove gli affitti sono molto cari. Il comune ha circa cinquanta mila case popolari in gran parte assegnate a prezzi modesti. Circa duemila sono sfitte in attesa di lavori. Ma è evidente che difronte ai grandi flussi di persone non si è in grado di offrire a tutti alloggi dignitosi.
Forse se andassero ad abitare nei comuni dell’hinterland troverebbero affitti accessibili.
La discriminazione per il colore della pelle ci riporta agli anni settanta in cui soprattutto a Torino non si affittava ai meridionali perché a rischio di non pagare l’affitto o di tenere l’immobile in modo disastroso.
L’accoglienza comunque anche a Milano è fatta solo di parole.

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4 Responses

  1. PARACELSUS99 ha detto:

    Trasferimenti bloccati, migranti in fuga e un agente ferito: caos a Porto Empedocle
    Almeno 100 migranti in fuga dalla struttura d’accoglienza della località agrigentina.

  2. Wecolanus41 ha detto:

    “Sbarchi irregolari su del 96%”. I dati Frontex inchiodano l’Ue

  3. Demetrius . - MN ha detto:

    Rimpatri impossibili, l’Europa si arrende. I dati di Frontex: solo il 16% dei clandestini è tornato nel proprio Paese. Frontex sulla graticola per la Guardia costiera libica che intercetta i migranti, la collaborazione ancora nel limbo con la Tunisia e il misero numero di rimpatri. Hans Leijtens, direttore esecutivo dell’Agenzia europea che dovrebbe difendere le frontiere esterne, si è arrampicato sugli specchi davanti alla commissione Diritti umani del Parlamento di Strasburgo. Un arduo tentativo di mantenere il buonismo di fondo, che contraddistingue la linea ufficiale di Bruxelles, e l’ammissione pragmatica dei doverosi compromessi con la realtà.

  4. Anonimo ha detto:

    Questa è la INCLUSIONE del Quirinale?

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