A palazzo Chigi non si muove foglia che Rocco non voglia! di Voltaire

di Voltaire. Poverini gli elettori del Movimento 5 Stelle che hanno votato per un governo del cambiamento e si ritrovano a Palazzo Chigi Rocco Casalino, portavoce del premier e potentissimo esponente del movimento di Grillo. Sembra che nell’esecutivo non si muova foglia che Rocco non voglia. Pochi giorni fa è stata pubblicata una esternazione dello stesso che minacciava di far letteralmente fuori i tecnici del Ministero delle Finanze se non si fossero trovati i soldi per il reddito di cittadinanza. Metodi a tutti gli effetti fascisti, incuranti delle garanzie democratiche e della vita civile di un paese. Un personaggio oscuro, ambiguo che pur non essendo stato eletto, tenta di condizionare l’attività di governo e scardinare i principi su cui si fonda la nostra Repubblica. Il “bel” Casalino d’altronde ha fatto un cursus honorum di tutto rispetto, ha partecipato alla prima edizione del Grande Fratello, destreggiandosi tra confessionali, saune e dirette TV, per questo motivo forse tratta Tria e la sua squadra come se fosse un “Ottusangolo” qualsiasi, lancia pesanti accuse contro tutti e tutti (prima del Mef si era scagliato contro i giornalisti del Foglio, colpevoli di non essere filo-governativi) come se stesse ancora in diretta con Daria Bignardi. Dopo i fasti nelle TV di Berlusconi, il Rocco Nazionale è passato alla corte di Beppe Grillo curando la comunicazione del Movimento 5 Stelle che per mancanza di libertà e discussione interna sembra sempre più affine al Big Brother di 1984 di George Orwell. È lui che ha creato e pompato l’immagine di Luigi Di Maio, che da giovanotto di provincia con poco esperienza e molta ambizione è stato dipinto come enfant prodige della politica italiana. Sua la balzana idea di impeachment per il Capo dello Stato quando il presidente Mattarella subito dopo le elezioni non si volle piegare ai diktat dei capi di Lega e M5S. Con la vittoria dello scorso 4 Marzo e la formazione del nuovo governo, Casalino è stato spedito a Palazzo Chigi per mettere sotto tutela il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e controllarne ogni mossa ed ogni uscita pubblica. È lui che programma interviste, detta l’agenda politica ed imbocca l’impacciato professore nelle sue uscite istituzionali. Spesso con risultati molto discutibili. Il retroscena però è molto peggio della scena, le minacce di Casalino contro i tecnici del Mef sono un limpido esempio dell’avversione dello stesso per i pesi e contrappesi della democrazia, per un rispetto sano tra istituzioni. Casalino incarna il peggio della politica a 5 stelle, il peggio di coloro che pur di mantenere il consenso calpestano prerogative democratiche, Istituzioni norme e prassi costituzionali. L’Italia si merita molto meglio di vedere la Casa del Grande Fratello trasferita a Palazzo Chigi.

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