Allora, siamo o non siamo ancora Charlie Hebdo?
Ho sempre considerato disdicevoli le persone che si appisolano durante le riunioni, specie mentre sto parlando io. Infatti non è stata la pennichella a farmi sentire solidale con lui, ma la reazione omicida del tiranno. «Je suis Charlie» voleva e vuole dire proprio questo. Nessuno può essere multato, imprigionato, ferito o ucciso per avere pubblicato una vignetta ributtante sull’Islam (o sul terremoto). Non è solo la libertà di espressione ad avere un limite nella legge, ma anche quella di critica. Nemmeno Charlie, però, può continuare a ostentare il marchio del perseguitato che si è guadagnato sul campo per indignarsi di fronte al ribrezzo che provoca nei benpensanti, e nei pensanti in genere, la sua satira meschina. E meschina non perché attinge ai luoghi comuni più frusti sull’Italia (mafia e pastasciutta), ma perché i piedi che spuntano dalla lasagna potrebbero essere quelli della piccola Giulia che non si è riusciti a estrarre viva dalle macerie. La satira può uscire dalla testa o dalla pancia. Questa è uscita direttamente dal sedere (scusate, è satira).
In ITALIA siamo di fatto una MONARCHIA cara da mantenere e che rende pochino.
TUTTI, TUTTI, TUTTI in Italia tanto pagano i fessi di Italiani
QUALCUNO ha chiesto di rivedere il cambio LIRA \ EURO?
IO vedo auto, auto, auto, auto. Vedo che si spende per sigarette, giochi,...Ci sarà povertà ma quello che vedo è…
I nostri cari sindacalisti parlano bene ma razzolano male, anzi malissimo. Condivido appieno l'analisi del post: Dove stavano i sindacti…