Riina può ben restare in galera. Curato, ma dietro alle sbarre!
è parimenti palese che, anche questa volta, pare si stia dimenticando un principio cardine del nostro ordinamento giuridico, ovvero la “certezza della pena” che fa i conti con una realtà e una prassi che ha superato il principio. Ma, ahinoi, una realtà che supera un principio cardine della società è inevitabilmente una realtà perversa che avanza senza argini alla libertà. Lo sdegno e la contrarietà suscitati dalla sua richiesta di tornare a casa per una “morte dignitosa” sono comprensibili e condivisibili non solo da un punto di vista etico e morale ma, per quanto sin qui esposto senza tecnicismi in modo da essere compreso anche dai “non addetti ai lavori”, lo è anche dal punto di vista giuridico. Quello che bisogna comprendere è che il sistema penale esiste per la sicurezza di tutti i cittadini, ma la sicurezza passa necessariamente per la applicazione della giusta punizione per il reo. E questo bene superiore della tutela della collettività deve essere garantito con la consapevolezza, cari signori Giudici, che una persona condannata a “milioni di anni di carcere”, inevitabilmente invecchierà e morirà in prigione. E verosimilmente prima di morire si ammalerà, come spesso accade a molti esseri umani che muoiono per decorso del tempo e non per un accadimento repentino. Ma questo non può non essere messo in conto e, sopratutto, non può avere influenza sull’applicazione della pena comminata. Siccome, invece, ciò spesso accade ed è utilizzato come espediente dagli avvocati difensori per chiedere la scarcerazione dell’assistito, ciò che dobbiamo pretendere, a livello sociale, è di avere strutture carcerarie pronte ad assistere i detenuti condannati e malati con adeguate cure laddove necessarie, perché certamente uno stato civile non può confondere la pena con la vendetta. Ma non è nemmeno accettabile sentirsi tacciare di disumanità se si pretende che una pena sia scontata nella sua interezza (che oltre a ciò molto ci sarebbe da dire anche sulle attenuanti relative alla buona condotta, ma lo faremo semmai in altra occasione). Insomma, può ben restare in galera per sempre, Riina. Curato, com’è suo diritto, ma dietro alle sbarre. Che il perdono e la pietà sono aspetti intimi che spettano, semmai lo ritengano, ai parenti delle vittime nella propria intimità. A noi spetta invece garantire l’esecuzione delle condanne che, se vi fosse, sarebbe garanzia di legalità e ridarebbe fiducia nello Stato di diritto.
In ITALIA siamo di fatto una MONARCHIA cara da mantenere e che rende pochino.
TUTTI, TUTTI, TUTTI in Italia tanto pagano i fessi di Italiani
QUALCUNO ha chiesto di rivedere il cambio LIRA \ EURO?
IO vedo auto, auto, auto, auto. Vedo che si spende per sigarette, giochi,...Ci sarà povertà ma quello che vedo è…
I nostri cari sindacalisti parlano bene ma razzolano male, anzi malissimo. Condivido appieno l'analisi del post: Dove stavano i sindacti…