di Antonello Laiso. La mia esperienza pluriennale avuta nelle aule di Corte d’Assise come Giudice popolare mi ha insegnato tra l’altro, che le sentenze si rispettano, pur non condividendole, si ricorrono se vuole sempre con la legge e non si commentano, e che ci si deve difendere nel processo e non dal processo.
E’ innegabile quel mio e di tanti stupore oltre che da cittadino anche da ex addetto a quei lavori in quelle aule di Tribunale, per quella richiesta d’archiviazione di quella PM a Benevento di quel marito che sotto presunte minacce abbia violentato sua moglie.
A volte l’uomo deve “vincere quel minimo di resistenza che ogni donna, nel corso di una relazione stabile e duratura, nella stanchezza delle incombenze quotidiane, tende a esercitare quando un marito tenta un approccio sessuale”. Con queste motivazioni un pm della Procura di Benevento ha chiesto l’archiviazione della denuncia di un donna per violenza da parte del marito. La Procura ha poi precisato: “da noi nessuna sottovalutazione del seppur minimo approccio costrittivo nei rapporti interpersonali tra uomo e donna”.
In un crescendo sempre più sentito ed esasperato di lotta al femminicidio, di leggi ad hoc inasprite allo scopo a quelle violenze contro quelle donne che siano partners compagne o mogli, una simile sentenza ha creato logicamente quello scalpore mediatico che in un tam tam di condivisione si e’ subito propagato sui social e su tanti giornali e quotidiani.
Non si riesce a capire la portata di una decisione che va rispettata in attesa di una richiesta di opposizione ad un archiviazione come chiesta da quel giudice donna PM a Benevento per tali fatti.
Sembra quasi essere tornati indietro di tanti decenni fa e vane siano state quelle battaglie di cui la donna doveva sottostare sempre anche contro la sua volontà’, magari con minacce a quelle richieste del partner obbligatorie, la donna diventava cosi’ un oggetto da usare quando si vuole, un giocattolo di cui si decide in piena autonomia maschile quando usarlo, richieste che non potevano essere giustificate da un’unione anche matrimoniale se non volute.
Anche la Cassazione si pronunciata piu volte sul tema, ovvero di estorcere e senza la volontà della partner rapporti sessuali non voluti.
Tale fatto sollevando quel polverone scuoterà di certo non solo quelle associazioni femministe ma quei partiti politici e tantissime donne che da anni si battono e manifestano avendo sempre solidarietà’ in quel giorno che non assolutamente deve restare solo un giorno simbolo per la violenza contro le donne.
Del resto per concludere : Pretendere sotto presunte minacce di avere rapporti sessuali con la propria moglie, o compagna e’ cosa che dovrebbe essere molto mortificante in primis per l’uomo , oltre che per quella donna sua partner.
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