Renzi: “Al ‘centro si vince”!

di Matteo Renzi. Quasi quindicimila persone hanno partecipato al congresso di Italia Viva che si è chiuso ieri. Considerando che in molti territori c’era un solo candidato il dato di partecipazione è semplicemente eccezionale. Alzarsi una domenica, prendere la macchina e fare chilometri per andare a votare solo per testimoniare il proprio senso di appartenenza dimostra che noi ci siamo. Che siamo una famiglia. Una famiglia che nelle prossime ore accoglierà nuovi amici. È una famiglia che proprio ieri – domenica 15 ottobre – ha pianto una di noi. Claudia Agostini era una giovane mamma, una farmacista di Piombino, che ci aveva commossi fino alle lacrime con questo discorso alla Leopolda. Sentitelo per favore. Giratelo ai vostri amici: cosa una donna malata di SLA chiede alla politica. Claudia ha combattuto per anni. E io sono stato felice di esserle accanto nel giorno del suo matrimonio con Paolo, circondata dai suoi affetti a cominciare dalla piccola grande Livia.
Ieri Claudia ci ha lasciato e io ho scritto questo post per lei.

Ma in realtà continua a stare con noi. E lo sarà alla Leopolda quando la ricorderemo insieme a Paolo e a tutti gli amici: a chi mette in discussione la Leopolda, vorrei far ascoltare il discorso di Claudia. La Leopolda – e più in generale Italia Viva – è fatta di persone per bene che cercano di restituire fiducia e dignità alla politica. Claudia lo ha fatto e continuerà a farlo con la sua assenza/presenza.

Grazie dunque a tutte le volontarie e i volontari per l’impegno di questi giorni. A tutti coloro che hanno aperto i seggi, animato le assemblee, discusso fino a notte fonda. In alcuni casi ci sono state fratture nette: invito tutti a ripartire insieme consapevoli che al giorno d’oggi sono poche le comunità politiche capaci di uno sforzo organizzativo e politico come quello che abbiamo fatto in questi giorni. Siamo tra i pochi partiti politici che hanno una struttura per raccogliere le firme (se saranno necessarie, come possibile) e stare sul territorio: io sono fiero e orgoglioso di essere uno di voi. E grazie a chi ha voluto darmi fiducia, ancora una volta.
Inizia adesso la partita delle Europee.

2. La Polonia e l’Europa: si vince al centro

In Europa: se i dati degli exit poll saranno confermati – e sottolineo se, perché ci hanno abituato spesso a sorprese – la Polonia potrebbe dimostrare che si vince al centro. Se vuoi mandare a casa gli estremisti devi fare opposizione dal centro, non muro contro muro da sinistra. È ciò che non ha capito il PD di Elly Schlein che si radicalizza a sinistra, è ciò che non ha capito il partito di Giorgia Meloni che si radicalizza a destra. La nostra premier sognava di cambiare l’Europa con Vox e con i polacchi: a occhio finirà che l’Europa cambierà lei, scommettiamo? Si vince al centro, amici. Il centro non è il luogo del passato, è il luogo del futuro. È il luogo della politica contro gli estremismi. Ne ho parlato a Magonza al congresso del partito democratico europeo: qui il mio intervento video, il cartaceo è qui pubblicato da Il Riformista.

Il centro serve in preparazione al 2027, in Italia. Ma serve anche e soprattutto in preparazione al 2024, in Europa. Per questo chi ha voglia e tempo di darci una mano – e di darmi una mano visto che ci metterò la faccia personalmente – si faccia vivo:

• Qui per diventare volontario
• Qui per dare un piccolo contributo economico.
• Qui per vedere il mio intervento a Firenze alla Festa de Il Foglio.

3. Due Popoli, due Stati. Ma senza il terrorismo di Hamas

Situazione a Gaza. Dopo il mio discorso in piazza (qui l’integrale) ho ricevuto molti consensi ma anche alcune critiche. A quelli che mi hanno scritto che dobbiamo rilanciare il tema de “Due popoli, due stati” e dobbiamo difendere il diritto alla libertà anche del popolo palestinese segnalo che io sono tra i pochissimi ad aver detto queste cose non sui social, ma alla Knesset, cioè nel Parlamento di Israele. Chi ha tempo rilegga questo discorso. O lo ascolti qui. Io non mi nascondo e non uso due diversi linguaggi a seconda del luogo nel quale mi trovo.
Ma proprio per questo voglio dire ad alta voce – specie agli studenti figli di papà che fingono di non capirlo – che il nemico della libertà del popolo palestinese non è Israele ma è Hamas.

80 anni fa il rastrellamento al Ghetto di Roma: era il 16 ottobre 1943, una data buia per la nostra storia.
Negli stessi giorni, oggi, il popolo ebraico è sotto attacco, ancora da parte di chi lo vorrebbe cancellare.

Le violenze di Hamas sono la cosa più simile al nazismo che abbiamo visto negli ultimi anni. Per arrivare all’obiettivo “due popoli, due stati” a mio giudizio – scusate se insisto –serve LA politica. Io credo che l’unica soluzione sia coinvolgere i paesi arabi moderati e riformisti coinvolgendo la leadership giordana, egiziana e del Golfo (a cominciare dai sauditi che come finalmente tutti stanno capendo sono i veri elementi di novità e di stabilità della Regione) per cambiare il futuro dei bambini della striscia di Gaza. Ma le centinaia di milioni di dollari che arrivano a Gaza non debbono più finire nelle tasche dei dirigenti di Hamas o – peggio ancora – nelle armi che servono a fare le stragi di innocenti come quella del 7 ottobre.

Chi vuole la libertà dei bambini palestinesi ha ragione. Ma la libertà dei bambini palestinesi non si ottiene uccidendo i bambini israeliani. Nessuno può mettere in discussione il diritto di Israele di esistere, e di difendersi, e al contempo occorre costruire una leadership moderata e riformista nella striscia di Gaza e negli altri territori palestinesi. È interesse innanzitutto dei Paesi arabi distruggere Hamas e l’estremismo. Perché Hamas vuole la morte e noi vogliamo la vita. Noi siamo tra quelli che hanno lavorato, lavorano e lavoreranno per la pace dei figli di Abramo, come la chiamava Giorgio La Pira. Ma la pace non si costruisce bruciando bambini e decapitando civili. Gaza ha un futuro se passa sotto il controllo dei leader riformisti arabi. E mi permetto di esprimere una speranza: dopo la tragedia di questi giorni se chi ha ruoli di responsabilità proverà davvero a fare politica potremmo iniziare a scrivere una pagina nuova, eliminando il terrorismo e costruendo una nuova convivenza. Sono un sognatore? Forse. Ma sono soprattutto un uomo che crede nella politica.
Ah, se solo l’Europa si svegliasse…

Un sorriso

PS In vista delle europee, chi vuole ci dia una mano anche sui social, facendo girare i contenuti su InstagramTelegramFacebook. E segnalateci persone che ritenete interessate alle Enews. Abbiamo bisogno di una organizzazione capillare su tutti i seggi, con i rappresentanti di lista in tutte le singole cabine elettorali. E tra poco riparte il camper… Sarà difficile ma faremo una campagna elettorale modello 2012: ci divertiremo.

PPS Un pensiero personale alla mia nonna Maria, che oggi fa 103! 103 anni e continua a cantare, che spettacolo!

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