La responsabilità dei compensi da nababbo di calciatori e cantanti è anche la nostra!

di G.S. Nel calcio, come nello spettacolo, si parla di stipendi da capogiro. Gente che per tirare due calci ad un pallone o strimpellare qualche canzonetta incassa milioni e milioni di euro all’anno, mentre c’è chi non sa come mettere insieme il pranzo con la cena e si spezza la schiena per portare a casa qualche centinaio di euro.

Continuano i contatti tra Roma e Chelsea per trovare l’accordo e portare in giallorosso Romelu Lukaku. Nelle ultime ore le due parti si sono avvicinate all’intesa con i giallorossi che hanno offerto al giocatore 7,5 milioni netti a stagione…

Ma è la dura legge del mercato: cresce la domanda e quindi salgono anche i compensi dell’offerta. I compensi elevati, infatti, vengono spesso determinati dalla domanda del mercato. Se c’è una forte domanda per le esibizioni di un cantante o per le competizioni di una squadra di calcio, i compensi dei professionisti coinvolti salgono alle stelle. Questo succede perché i consumatori, in questo caso i fan e i tifosi, sono disposti a pagare prezzi elevati pur di assistere a concerti, spettacoli sportivi o per acquistare prodotti legati a questi personaggi.

Così rispondono gli addetti ai lavori a chi storce il naso di fronte a certi contratti d’oro.

Milioni di spettatori, milioni di abbonati alla pay tv, un indotto pubblicitario di miliardi di euro, con sponsor e diretti interessati che fanno soldi a palate!

Pertanto, in un certo senso, i consumatori contribuiscono a sostenere i compensi elevati attraverso i loro acquisti e la partecipazione agli eventi.

La legge del libero mercato gioca un ruolo cruciale nella determinazione dei salari e dei compensi in certi settori. La domanda dei consumatori è un fattore chiave che influisce sull’aumento dei compensi. Quando milioni di persone sono disposte a pagare per assistere a spettacoli, concerti, partite di calcio o per acquistare prodotti legati a queste figure, i professionisti che forniscono questi servizi diventano molto richiesti e possono negoziare stipendi più elevati.

La componente degli spettatori, abbonati e l’indotto pubblicitario è un aspetto rilevante. Le entrate provenienti da queste fonti contribuiscono direttamente ai guadagni degli artisti, dei musicisti, dei calciatori e di tutti i soggetti coinvolti nell’industria dell’intrattenimento. Queste entrate consentono agli artisti e agli atleti di richiedere compensi più alti per il loro lavoro, poiché il valore che portano attraverso il loro talento e la loro popolarità è connesso alla loro capacità di attirare pubblico e sponsor.

Insomma, se un tizio riesce a vendere milioni di copie del suo libro, se un cantante o un calciatore riempie gli stadi, la responsabilità è anche la nostra che come ‘consumatori’ siamo disposti a sborsare 20/30 euro per un libro o un CD e 70/100 euro per un biglietto allo stadio per una partita di calcio o un concerto!

Tuttavia, è anche importante notare che il discorso sui compensi elevati può generare dibattiti riguardo alla giustizia e all’equità, soprattutto quando si confronta la remunerazione degli artisti e degli atleti con quella di altre professioni considerate più essenziali, come magari quelle di un medico o di un infermiere da cui dipendono la vita o la morte dei pazienti, ma meno redditizie.

Ciò apre una discussione più ampia sulla distribuzione delle risorse e sulla valutazione del lavoro nella società che la politica sembra ignorare!

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *