Il dramma dei migranti al confine tra Polonia e Bielorussia.

di Antonello Laiso. Sognavano un futuro migliore, sognavano quel futuro che non c’è e non lo è stato almeno per quel loro figlioletto di un anno morto di stenti e di freddo in quei boschi che dividono quella linea spinata tra la Polonia e la Bielorussia.

Una vittima innocente tra due   paesi del mondo, di cui uno radicato ancora in quella barbarie, in quella violazione di diritti umani, in quello scenario politico di egemonia di un potere detenuto da tempo a non lasciare, un potere egemonico, un potere antidemocratico come lo sono quasi tutti.

Potere e democrazia non sempre viaggiano su linee parallele.

La Bielorussia diventa un altro problema di provocazione di un Europa tollerante in un rapporto di democrazia e cooperazione alla risoluzione dei tanti problemi che l’unione affronta e risolve.

La situazione non accenna a dare quei segnali di speranza a trovare una situazione univoca, nonostante anche contatti telefonici della  sempre risolutiva e  ottima mediatrice cancelliera Merkel con il premier bielorusso.
Un attacco a tutta l’Eruropa, un attacco alla democrazia dei paesi della costituente Eurozona.

Quelle sanzioni inflitte e in aumento sembrano non essere risolutrici di una risposta mitigatrice, anzi sembrano una provocazione per un premier non riconosciuto come tale da tanti.

Quando vengono calpestati quei diritti umani non si può parlare più di stato democratico ma di uno stato dittatoriale.

Condanniamo duramente e con tutto lo sdegno  la Bielorussia per la crisi dei confini con la Polonia, come già fatto.
Per quella “strumentalizzazione di esseri umani orchestrata” dalla Bielorussia al confine con la Polonia al fine di “destabilizzare il confine esterno dell’Unione Europea”. L’obiettivo, probabilmente è anche quello di “destabilizzare le crescenti violazioni dei diritti umani” nel mondo cui non accenna a arrestarsi, a subire situazioni  queste che non sono degne  ne dei tempi ne di altro.

You may also like...

2 Responses

  1. Attilia ha detto:

    I telegiornali stanno battendo la notizia di settantacinque migranti annegati vicino le coste libiche. Si parla anche di altri cinquanta migranti in mare scomparsi. Avevano chiesto soccorso e non se ne hanno più notizie.

    Arrivano così a milletrecento i morti annegati nel tentativo di attraversare il mare per raggiungere Lampedusa.

    Milletrecento sono quelli di cui si ha notizia, soprattutto attraverso alarmphone, centro di emergenza che risponde alle telefonate dalle imbarcazioni e trasmette le informazioni ad autorità e navi che transitano nell’area.

    In Italia manca un dibattito sull’argomento. C’è chi sostiene la necessità di salvarli in mare e chi la creazione di corridoi umanitari.

    I governi rassicurano sulla volontà di accogliere, ma cercano di creare le condizioni per fermare il flusso di emigranti.

    Draghi in un vertice europeo ha esplicitamente ammesso che la situazione sta diventando insostenibile. Anche perché una volta salvati in mare ed accolti al paese manca una organizzazione per integrarli, cioè fornire loro una abitazione e un lavoro. Mancano le abitazioni anche per gli italiani meno abbienti e soprattutto al sud i livelli di disoccupazione sono alti. Dove ci sono stati terremoti le persone aspettano una casa per anni.

    E così per quelli che rimangono in Italia arriva lo sfruttamento nei campi, le baraccopoli, l’illegalità le reti della delinquenza. Ma anche l’aiuto delle tante associazioni della Chiesa o quelle laiche.

    Solo uno su cinque riceve una risposta positiva alla richiesta di asilo. Peraltro una volta ricevuta la risposte finisce l’assistenza presso i centri di accoglienza.

    Molti affollano ancora le zone di confine per cercare di andare all’estero. A Ventimiglia transitano ancora più di diecimila emigranti ogni anno; l’unica accoglienza è fornita dalla Caritas. A volte alcuni di loro finiscono con l’ubriacarsi, rubare e compiere atti di violenza.

    Bisogna considerare che altri migranti arrivano dall’est, dai confini con la Slovenia e altri ancora arrivano in aereo come turisti e poi rimangono per cercare lavoro, in particolare dal Sudamerica.

    Le cifre sugli emigranti fornite dalle istituzioni servono a poco perché riportano solo quelli che hanno un permesso di soggiorno.

    Il Covid in questi mesi monopolizza l’informazione e c’è poco spazio sia per portare le telecamere nelle baraccopoli sia per parlare di occupazioni di caporalato e di sfruttamento nei campi.

  2. Attilio Runello ha detto:

    L’Europsa delle sanzioni oltre a Russia, Bielorussia dovrebbe sanzionare la maggior parte dei paesi asiatici, Cina in testa, e africani, dove di democratico c’è poco.
    Con le sanzioni europee la Russia sta stringendo sempre più rapporti con la Cina.
    Per questi migranti un’eccezione non si poteva proprio fare?? Sulle nostre coste ne sbarcano venti volte tanto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *