50 sfumature di violenza.

di Pier Giorgio Tomatis. Da quando Asia Argento ha fatto coming out sulla violenza subita quando era ancora giovanissima dal produttore americano Harvey Weinstein non si fa che discutere sulla definizione di molestia (in questo caso sessuale). Il busillis è determinare quali siano i suoi confini. Letteralmente, nel linguaggio giuridico, si intende per molestia “qualsiasi atto che comporti menomazione o soppressione del potere di godimento spettante al titolare di un diritto”.
E fin qui, credo sia lapalissiano, si è tutti d’accordo. Il più notorio degli strumenti attraverso il quale la Mafia esprime tutto il suo potere e soggioga le sue vittime inermi e impotenti è il pizzo. E’ sufficiente evocare una “disgrazia” che potrebbe accadere (e che nessuna Assicurazione potrebbe mai rifondere) per costringere qualcuno a menomare il suo godimento di un diritto ed entrare nel campo minato dell’illegalità e dell’omertoso sfruttamento. Tuttavia, se il timore di vedersi menomare la carriera da un produttore di Hollywood o da un Padrino siciliano è motivo più che legittimo per giustificare la presenza di una coercizione psicologica aggravata dall’atto sessuale conseguente, allora di violenza, molestia, ne subiamo tanta, quotidianamente e, paradossalmente, senza avere alcuna copertura giuridica sufficiente se si decidesse di adire alle vie legali. Di cosa sto parlando? Ve lo spiego con piacere. Da quando siamo entrati in Europa assistiamo (impotenti) a veri e propri ricatti da parte dei cosiddetti “mercati” internazionali. Fin da quando siamo nati associamo la parola “mercato” alle bancarelle del sabato nel proprio rione dove comperiamo frutta, verdura e dove litighiamo con un vicino di casa perché ci è passato sui piedi con le ruote del suo trolley stracolmo di spesa. In questo caso, con il termine si intende una ristretta cerchia di nababbi (15,4 milioni di esseri) che ogni secondo investono i loro soldi (il 99% delle risorse mondiali) in azioni, in debiti sovrani, ecc. Insomma, se sei “gentile” con loro e non ti opponi al fatto di far guadagnare un mucchio di soldi ti trattano bene e “ti promettono di lasciarti fare la carriera” in santa pace. Altrimenti… già, altrimenti… i mercati si ribellano e ti accadono spiacevoli disgrazie economico-monetarie. Insomma, se mi avete seguito sino a questo punto dell’articolo avrete capito che l’unica differenza che esiste tra le vittime di Weinstein e noi comuni italiani è che noi non abbiamo visto in faccia i nostri aguzzini (e forse non li vedremo mai). Anche volessimo denunciare la cosa in sede penale e trovassimo qualcuno che ci da retta sarebbe un atto contro ignoti. Molestati, è evidente, siamo stati molestati tutti ma per vederci ripagati del danno causato al godimento dei nostri diritti non basterà affatto fare coming out… Purtroppo per noi…

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