– 1 AL VITALIZIO DEI PARLAMENTARI DELLA XVIIª LEGISLATURA.

Il traguardo ormai è lì, a portata di mano: Venerdì 15 Settembre per oltre 600 parlamentari scatterà il termine per il diritto al ‘vitalizio’. Un esercito trasversale composto in gran parte dai nuovi eletti PD e 5stelle, che ora potranno fruire, al compimento dei 65 anni d’età, di un assegno di circa 950 euro netti, a condizione che abbiano alle spalle, per l’appunto, 4 anni sei mesi e un giorno di mandato effettivo trascorso: termine che scatterà proprio a partire da domani,
15 settembre, essendo l’inizio della XVIIª legislatura datato 15 marzo 2013. Attenzione però a non chiamarli ‘vitalizi’, si scherniscono i parlamentari. Quelli sono stati superati nel 2012, sostituiti da una pensione calcolata con il metodo contributivo, basata cioè esclusivamente sui contributi versati, mediamente molto inferiore agli assegni pre-riforma. Per questo, ogni parlamentare versa mensilmente al Fondo pensioni di Camera e Senato un contributo pari all’8,8% della propria indennità parlamentare lorda (poco meno di 800 euro), che si sommano a quanto versano le Camere per ciascun eletto (poco meno di 1.500 euro mensili). Di fatto, è stato così scongiurato il pericolo di perdere il tesoretto da circa 20 milioni di euro costituito dal cumulo dei versamenti maturati dal 2013 in poi da parte dei parlamentari.

Ma a questo punto la domanda sorge spontanea: che fine ha fatto il “CONTATORE dei VITALIZI” postato sulla home page del sito dei 5Stelle che segnava il countdown della pensione privilegiata dei parlamentari? S C O M P A R S O, ancor prima di arrivare all’ora zero, ovvero al fatidico superamento della soglia dei ‘4anni-6mesi-1giorno’ che separavano i parlamentari in carica dal maturare il diritto alla pensione privilegiata: il vitalizio! 
Orbene, il Movimeto5stelle ha fatto della lotta al vitalizio una delle sue battaglie più acerrime contro ‘la casta’, accusando gli altri parlamentari di tenere in vita questa legislatura solo per non perdere il famigerato privilegio. Quando, invece, l’Italia – se fosse un paese normale – sarebbe dovuta andare alle urne il giorno dopo il ‘NO’ al Referendum Costituzionale del 4 dicembre. Però ci hanno ‘spiegato’ che non c’era una legge elettorale per poter ridare la parola agli elettori, e si sono messi a fare la solita manfrina! Lo stesso M5S ha SPENTO il “Contatore dei Vitalizi” anche perchè si andrà comunque a votare dopo il superamento dei fatidici ‘4anni-6mesi-1giorno’, permettendo così agli attuali onorevoli di portare a casa il famigerato diritto maturato: il vitalizio! Così, a beneficiarne sarebbero, in primis, proprio i grillini, essendo gli onorevoli 5stelle alla loro prima legislatura. Ma se è vero che una delle bandiere del Movimento5stelle è proprio quella di cancellare i vitalizi dei parlamentari, perché i grillini invece di giocare col “countdown dei vitalizi” non si dimettono in blocco un minuto prima di maturare quell’odioso privilegio? Sarebbe un atto di coerenza. Sarebbe un gesto clamoroso, senza precedenti nella storia repubblicana, che farebbe breccia anche nelle fila degli astensionisti più incalliti e che con tutta probabilità lancerebbe il Movimento di Beppe Grillo oltre la soglia del 40%, facendogli guadagnare quel premio di maggioranza che porterebbe i pentastellati dritti, dritti, a Palazzo Chigi, senza bisogno di allearsi con nessuno! Ma considerate le contraddizioni e i vari cambiamenti di rotta dei 5stelle – vedi il posizionamento nel parlamento europeo, i vaccini in Italia, i due pesi e le due misure sugli avvisi di garanzia di Roma e di Parma, le comunarie di Genova, le dirette streaming e le questioni euro, immigrazione, politica estera e… legge elettorale – non si fa certo peccato nel pensare male: ma non sarà che anche i pentastellati c’hanno fatto la bocca al vitalizio e che anche loro – all’insegna del carpe diem, del doman non v’è certezza, meglio l’uovo oggi che la gallina domani, ecc, ecc… – vogliono passare all’incasso? 

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