La Rivoluzione che tutti minacciano e che nessuno farà mai!

Io spero in una nostra affermazione totale perchè se non ci affermiamo noi ci saranno le barricate! Noi dei 5 Stelle la rabbia la stiamo tenendo, senza di noi esploderà.”! Così Beppe Grillo rivendica ancora una volta il proprio ruolo di barriera contro l’esplosione della violenza sociale in Italia. Una barriera che però esce notevolmente indebolita dall’ultima tornata elettorale! Ma noi continuiamo a guardare ai 5stelle sempre con la speranza che un giorno il sogno divenga realtà e che anche in Italia qualcosa possa finalmente cambiare, ma sul serio! I tempi per una Rivoluzione culturale, democratica e pacifica, che crei quel sano, giusto e tanto auspicato ricambio generazionale della classe dirigente, sono ormai maturi! Certo, non è più tempo di ghigliottine, forconi e teste mozzate! Anche se nel Paese cresce il malcontento e negli uffici, in banca, negli ospedali, nelle fabbriche, al bar e nei mercati un numero sempre maggiore di cittadini “indignati” è del parere che solo una “Rivoluzione” possa cambiare davvero questo Paese! Ma poi sarebbe davvero interessante sapere dagli stessi signori che dichiarano a parole di volere “la Rivoluzione”, chi, come e quando di fatto scenderebbe per le strade per farla questa tanto minacciata “Rivoluzione”! 
La Rivoluzione – intesa come cambiamento improvviso e violento per sovvertire un ordine precedente e instaurarne uno nuovo – è figlia della fame, della disperazione e delle dittature. Non certo dei nostri tempi, in cui tuttalpiù si può parlare di “indignazione” che, seppure portata ai limiti estremi dell’esasperazione, non partorirà mai nulla di più che un corteo, una manifestazione o al massimo la nascita di qualche movimento!
La stragrande maggioranza degli italiani “sta benino” e nonostante la crisi, “ha di che vivere”, perchè gli viene scientificamente dato quel “tanto” che basta per tenerla buona e gli viene tolto quel “tanto” che a “loro” preme per mantenere intatte garanzie, tutele e privilegi. Insomma, un “dare e avere” appena al di sotto del limite massimo di guardia, oltrepassato il quale la gente potrebbe davvero “rivoltarsi”! 

Quindi… di che Rivoluzione stiamo parlando?

Comunque resta il fatto che la stragrande maggioranza degli italiani non riesce a vedere nelle attuali politiche del governo un’occasione di progresso e di cambiamento. E’ opinione diffusa che per uscire dalla crisi bisognerebbe, da un lato, puntare senza esitazioni su una maggiore equità sociale, su una più diffusa moralità nella vita pubblica e di governo del paese, e dall’altro far leva sulla competenza, sul merito e sul ricambio di un’intera classe dirigente. Una maggiore equità sociale si traduce nella legittima richiesta che chi deve pagare il prezzo maggiore della crisi siano i cittadini più facoltosi e non i meno abbienti come purtroppo sta accadendo. Ma la crisi porta con sé anche atteggiamenti radicali: e tanti concittadini vedono la “Rivoluzione” come unico mezzo per trasformare l’Italia in un Paese che altrimenti non cambierà mai! Questo lo stato d’animo degli italiani, a dir poco “indignato”, perché sono stati illusi, traditi e spremuti fino all’ultima tassa da chi aveva promesso “il cambiamento” senza arrivare a nulla che non fosse la conservazione dello stato attuale delle cose. Forse proprio per questo la voglia di “Rivoluzione” resta alta. Se chi rappresenta lo Stato pretende il rispetto dai cittadini, è bene che lo Stato sia leale con i cittadini stessi. Le tasse non devono servire a far quadrare i “loro” conti. Le tasse le devono pagare tutti, nessuno escluso, per ricevere in cambio servizi pubblici efficaci ed efficienti. I sacrifici in tempi di vacche magre o li fanno tutti, o nessuno! Ma purtroppo così non è! 
Il Paese ha bisogno di ripartire subito, senza esitazioni, ricostruendo il rapporto di fiducia tra Stato e cittadini, rianimando il sentimento della speranza, lavorando per un futuro migliore, offrendo un modello e un progetto credibile di sviluppo sociale. Il risanamento dei conti pubblici – da solo – non basta. Gli italiani mostrano di aver ben chiare le priorità del Paese: lavoro, giustizia, istruzione, salute, welfare! La strada da percorrere è obbligata ed è quella delle riforme, della giustizia sociale, di una redistribuzione più equa della ricchezza, di un fisco più giusto. Solo così è possibile cambiare in meglio questo Paese, prima che l’astensionismo e l’antipolitica prendano il sopravvento!  Ma purtroppo così non è! 
E allora basta un Grillo qualsiasi per far gridare alla… “Rivoluzione”. Una Rivoluzione che tutti dicono di volere, ma che nel Belpaese nessuno farà mai!

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