Viva Calasetta, ma senza plastica!

di Giorgio Monticolo. Se in questi giorni vi capita di passeggiare lungo la terza spiaggia di Calasetta, nota ai più come Spiaggia Grande, non potrete fare a meno di notare l’incredibile numero di residui plastici presenti sulla sabbia. Tappi, bottiglie, cassette di frutta e verdura, taniche rotte e contenitori scassati di ogni genere deturpano il patrimonio ambientale. Un indeterminabile numero di questi residui è costituito da pezzi minuscoli, in tutto e per tutto assimilabili a “ghiaia colorata”, molto difficile da rimuovere, se non attraverso un’azione profonda, accurata e radicale. La causa sta nel fatto che nessuno si preoccupa di pulire, regolarmente, il litorale e l’azione erosiva delle onde determina la frammentazione degli stessi rifiuti che per giorni, settimane e mesi restano in balia della corrente. Oltre i residui di plastica possono ammirarsi, in bella evidenza, scarpe rotte, tubi, polistirolo, svariati pezzi di legno e tanta corda. Lasciando da parte le responsabilità di chi amministra, stupisce vedere che, di pomeriggio, molte persone vengano a raccogliere proprio la legna per il camino, ma non si degnino di portare con se una busta per raccogliere una parte di questi rifiuti. Solo una piccola parteBasterebbe una sola busta, a testa, per fare la differenza. E invece, niente. Tirano dritto, passeggiano, fumano, si tengono per mano, ridono, riempiono la bisaccia di tutto quello che non vogliono (o non possono!) comprare e lasciano sulla sabbia tutto il restoNon vi è alcun dubbio che non i siano responsabili di questo scempio, ascrivibile all’idiozia di chi getta i rifiuti in mare, ma una montagna di plastica che, quotidianamente, viene scaraventata sul litorale che si frequenta, dovrebbe, per lo meno, suggerire a chi passa e va via che non raccogliere, talvolta, è come gettare.

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