Vince la Merkel, perde l’Europa indebitata fino al collo!

Angela Merkel stravince le elezioni politiche in Germania! La Cancelliera fa volare la Cdu-Csu oltre la barriera del 40%, che il partito non toccava da 20 anni, strappando il 41,5% dei voti. Ma dov’è la sorpresa? Chi mai avrebbero dovuto votare i tedeschi se non per chi ha saputo assicurare ricchezza e prosperità, egemonia economica e politica, potere e prestigio internazionale ad una nazione intera imponendo le sue ferree regole al resto d’Europa? La Germania, di fatto, guida l’Unione Europea e detta per filo e per segno le linee giuda del Vecchio Continente, imponendo a chi resta indietro manovre economiche lacrime e sangue, senza nessuno sconto. Tutt’altro! Gli interessi sul debito pubblico dei paesi in crisi aumentano di pari passo alle restrizioni imposte dai governi nazionali alle popolazioni, sotto l’egida della Troika. Pertanto, la Germania, con la riconferma di Angela Merkel  alla Bundeskanzleramtsgebäude, continuerà ad ingrassare, tutti gli altri a fare la “dieta del rigore”.  Certo, non è facile essere eletti per tre volte consecutive alla guida di una Nazione da nessuna parte del mondo e per nessuno. Ma la Cancelliera c’è riuscita, facendo passare il messaggio forte e chiaro che se in Germania si continua a stare bene, nonostante la crisi internazionale, allora non vale la pena cambiare. E quindi eccola lì, Angela Merkel, ancora saldamente al comando della Germania e dell’Eurozona. Chi tra gli stati membri e soprattutto in Italia confidava in una sua sconfitta per una repentina inversione di tendenza per quanto riguarda il rigore dei conti pubblici e l’assestamento dei bilanci nazionali su parametri ormai da “strozzinaggio”, non può far altro che incassare il colpo, chinare il capo davanti al vincitore e continuare a pagare spremendo come limoni i propri connazionali al fine di mantenere gli equilibri e le regole imposte dal più forte: la Germania. Adesso spetta al resto d’Europa sottrarsi alla sudditanza teutonica e all’egemonia di Berlino, attuando politiche comunitarie rivolte non solo ai bilanci delle nazioni, ma soprattutto alla solidarietà e alla cooperazione tra stati ricchi e meno ricchi, per la costituzione di un parlamento europeo che sappia rappresentare gli interessi di un intero continente e non di una sola nazione, e che rimetta la centro delle sue politiche l’uomo, il lavoro, la giustizia e l’equità sociale. Se ciò non fosse, se Bruxelles dovesse continuare ad essere una dependance della Germania e della Bce, se l’Europa è prerogativa solo delle banche e non dei cittadini, be allora restare in una siffatta Unione non converrebbe più a nessuno, se non alla solita Germania di Angela Merkel.

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