Una realtà da chiamre per nome.

di Maria Grazia Asti. Parto da una riflessione di qualche tempo fa per condividere alcuni pensieri in merito a ciò che ritengo essere il punto di partenza di ogni percorso virtuoso: uno sguardo lucido al reale. E non mi riferisco solo all’ambito personale, ma anche e soprattutto agli ambiti relazionali e lavorativi.

Non intendo fare lunghi ragionamenti (ognuno di noi a mio modo di vedere fa l’uso che ritiene utile alla propria esperienza degli spunti che coglie da esperienze altrui), ma semplicemente “porre questioni”.

In un percorso quotidiano verso la “fioritura dell’umano” da dove partire se non da uno sguardo lucido e coraggioso a tutto il reale? Sembra semplice. Ma quante volte assistiamo, quando ci sono situazioni problematiche, a tentativi di negazione di ciò che è evidente? E’ come se “non vedere” o “chiamare con un altro nome” ciò che non va, rappresentasse la soluzione. E allora ascoltiamo inviti a minimizzare, a “guardare da un altro punto di vista” … Eppure … “Il re è nudo!”

Non è quella la strada. La strada, a mio modo di vedere, è la cura. Che parte dal presupposto che le ombre esistono, che le ombre sono ombre e non luci, che non spariscono magicamente, che diventano sfida e occasione per compiere passi – spesso non facili e scontati – nella direzione di un “di più”. E ancora, che quel “di più” è, ultimamente, per tutti.

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