Un Paese diviso in due.

Sopravviviamo come zombi all’ennesimo prelievo fiscale in un Paese ormai morto, in stato di putrefazione avanzato, ma non ancora sepolto. I miasmi sono irrespirabili! L’economia ristagna nelle paludi putride e fetide dell’immobilismo generale, con imprese che chiudono, salari inferiori del 25% alla media europea, bassi tassi di occupazione, sviluppo e produttività ai minimi storici, cuneo fiscale tra i più elevati dell’eurozona. Per non toccare il capitolo “tasse e balzelli” che erodono oltre il 50% del reddito degli italiani, e per non parlare di una macchina pubblica che tra spesa corrente, corruttele, disfunzioni e ruberie varie chiede sempre più soldi ai cittadini. Soldi che, peraltro, non bastano mai. Soldi che lo Stato incassa senza rendere in cambio nessun servizio degno di questo nome!
Tutto ciò stigmatizza un Paese senza capo né coda, senza speranza nè futuro, alla mercé dei mercati e dello spread, in balia delle onde e dei flussi e riflussi economici che arrivano da Bruxelles.
Come faranno le larghe intese a creare più sviluppo e a far ripartire l’economia è difficile capirlo, almeno stando all’ultima finanziaria con la quale riusciranno a malapena a ramazzare quanto basta per restare al 3% del rapporto deficit/pil.
Famiglie e imprese rimangono sepolte dentro il tunnel della crisi da una valanga di vecchie e nuove gabelle, dal rialzo dell’Iva, dalle accise sulla benzina, dalle imposte sulla casa e così via tartassando!
Insomma altro che fine del tunnel. Lorsignori ci hanno ficcato dentro un vicolo cieco, reso ancora più buio e claustrofobico dall’assoluta mancanza di responsabilità e senso dello Stato, nonchè dalla completa negazione del bene comune. L’unica via d’uscita dalla crisi più devastante dal dopo guerra ad oggi – che doveva passare per una sostanziale rimodulazione di salari e pensioni su standard europei, un serio ed efficace controllo dei prezzi al consumo ed una politica fiscale rivolta a stanare evasori ed elusori – è stata murata dalla cecità di chi, preposto e lautamente pagato per cercare soluzioni, è invece totalmente immerso e sommerso in diatribe interne alle segreterie di partito, infinitamente perso in una perenne campagna elettorale.
La questione che maggiormente interessa la politica è mantenere lo status quo degli addetti ai lavori e di tutto ciò che le ruota intorno: ministeri, regioni, province, comuni, commissioni, banche, media e tutto ciò che è riconducibile ad una “poltrona”!
Oggi “il problema” da risolvere non è “famiglia, lavoro, impresa, salute, ambiente”, ma tenere a bada i 5stelle, o meglio sfasciare il MoVimento di Beppe Grillo, che spariglia i loro giochi, per poi raccoglierne i cocci, farli propri e piazzare chi dicono loro nelle segreterie di Pd e Pdl. Solo per questo fine “lavorano”! Peccato che per questo lavoro, che reca vantaggi e mantiene privilegi tutti loro, vengono profumatamente pagati dai cittadini italiani.
Comunque, sia Renzi che Alfano, in un modo o nell’altro, spaccheranno sinistra e destra. Se Matteo Renzi diventerà segretario del Partito democratico, metà di Largo del Nazareno gli farà una guerra spietata, dacchè sono davvero in molti nel partito democratico a non volerlo vedere neanche in fotografia da quelle parti, e quindi tornerebbe la minaccia della “scissione”.
Così a sinistra. E pure a destra! Infatti, se non arriva subito un ‘salvacondotto’ per l’agibilità politica di Silvio Berlusconi, con un Cavaliere “dimezzato” e un Alfano “azzerato” dall’involuzione del Pdl in FI, con falchi e colombe che svolazzano sempre più bassi, anche da queste parti la “scissione” sarebbe un passo pressoché inevitabile.
Insomma, comunque vada, il futuro dell’Italia è quello di essere eternamente divisa e mai unita. Scissione politica, a destra e a sinistra, e scissione sociale nel Paese con i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri! L’Italia non è mai stata fatta, e gli italiani se li stanno facendo, un giorno sì e l’altro pure!

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