Un minuto di silenzio.

“Loro” mettono le bombe, fanno saltare in aria tutto, sventagliano raffiche di mitra sulla folla inerme. “Noi” facciamo vertici internazionali, dibattiti fiume per metterci d’accordo sul come difenderci da “Loro” e referendum per decidere se restare o uscire dalla Ue. “Noi” blateriamo di intelligence, politiche sui migranti, polizia ed esercito europeo, e ci perdiamo in tante, troppe chiacchiere… nel frattempo “Loro”in qualche appartamento, magari proprio nel centro storico di una grande Capitale del Vecchio continente, mettono a punto il prossimo attentato e stanno lì ad innescare le cinture per farsi saltare in aria insieme al maggior numero di noi cittadini di un’Europa senza nè capo nè coda. “Loro” sanno quello che vogliono: conquistare il mondo ed asservirlo al loro credo. “Noi”… no! Non sappiamo ancora cosa fare da grandi, pur essendo il Vecchio continente! L’Europa, unita soltanto in nome dell’euro, è flaccida, senza spina dorsale, non funziona e si limita a piangere e a raccogliere i suoi morti. “Loro” ci attaccano. “Noi” li lasciamo fare, senza difenderci. Ma ormai è una questione di sopravvivenza: “Noi” o “Loro”? E scusatemi se io rispondo “Noi”! Ma tanto stasera c’è la Nazionale. A Udine si gioca l’amichevole Italia-Spagna. La Figc e la Federcalcio spagnola hanno concordato di osservare un minuto di silenzio per le vittime di Bruxelles e poi palla al centro e si ricomincia. Il format è ormai questo: attentato, dichiarazioni di circostanza, maratone tv, commentatori, esperti e opinionisti del bla bla, dichiarazioni di “siamo in guerra”, grida di battaglia, faremo di qua, faremo di là… Ecco, quando non si sa che pesci prendere, forse il silenzio è la scelta migliore. Tanto, tempo tre, giorni non se ne parla più e si ritorna al solito trantran, confidando nella buona sorte e che il terrorismo colpisca sempre un pò più in là di dove stiamo noi.

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