Un altro Governo del Cambiamento.

di Guido Occelli. Dal primo governo Berlusconi del 1994 si sono succeduti tutti governi del cambiamento.

Dai liberali ai post comunisti reduci da 40 anni di opposizione, fino al rivoluzionario rottamatore toscano e oggi ai promettenti sponsor del Porfessor Conte. Tutti profeti di epocali cambiamenti di cui le conseguenze stiamo pagando. Per essere contemporanei posso percepire le vere novità esclusivamente sul cambiamento del solo lessico, ripetuto come un mantra tale da convincere e avvincere sulla bontà presuntamente qualificata, priva di sostanza e di concretezza, così come si trasformò uno spazzino in operatore ecologico, uno zingaro in rom, un ministro donna in ministra e tante altre fantasie innovative che oggi sono state imposte come obbligo, ed eccoci al “Contratto di Governo” che altro non è che un accordo o un programma, “l’Avvocato del Popolo” che ahimè è in realtà il nostro giudice in quanto decisionale delle nostre sorti, sorvoliamo sulla “Pace Fiscale”, giusta o sbagliata che sia, vorrebbero vendercela come qualcosa di diverso da un condono, così come fu per la rottamazione delle cartelle di memoria renziana. Non vedo cambiamenti, anche Renzi era un innovatore, un rottamatore, un riformista, un illusionista (poi) fallito, schiantato sull’accelerazione delle sue illusioni dalla realtà e l’incapacità di sostenere il suo smisurato ego. Condannato tra visionari e gufi. Non c’è nessuna novità o cambiamento dal 1994 a oggi, un filo senza soluzione di continuità da Barlusconi a Conte, passando per Renzi, Salvini e Casaleggio. La costante è solo ed esclusivamente la comunicazione, la capacità di convincere a qualsiasi costo, dissimulare, adulare, avvincere e oggi più di ieri, con argomenti di facile fruizione: vitalizzi, la casta, gli immigrati, le ruspe, la TAV, l’ILVA, reddito di cittadinanza, l’euro, piove governo ladro e poco più, con punte di più alto profilo come fece Renzi con le riforme costituzionali, peccato scritte con i piedi e ideologicamente inappropriate per essere una carta che potesse andare bene per una nazione e non solo per un partito. Non a caso i soggetti di maggior successo, sono sempre affiancati da società e/o organizzazioni di marketing e comunicazione, pronte a far seguire con maestria gli argomenti da trattare secondo i dettami dei sondaggi, anche a costo di mirabolanti inversioni di opinioni e affermazioni. L’unico e vero cambiamento che posso notare è la congiunzione delle due forze governative nell’affidare il principale posto di potere a l’ennesimo Professore Universitario pressoché sconosciuto ad entrambi, un personaggio che ha accettato l’affermazione “il premier è il contratto” che oggi dovrà gestire il governo del paese, ma che non so per quanto tempo potrà occultare il personale narcisismo che ha già ben esposto con il suo inesauribile curriculum, per non parlare dell’eccessivo e vuoto discorso di insediamento al Senato non privo di imbarazzante sottomissione al giudizio di un Di Maio, nelle repliche alla Camera, quando chiede il permesso, negato, di dire qualcosa, per non parlare del recente “inconveniente” di un Proff. Primo Ministro tirato per un braccio durante un’intervista a margine del G7 in Canada ad opera dell’ex GF Rocco Casalino. Se cambiamenti vedo, li vedo sicuramente in peggio, nella forma, nella sostanza, per ora nulla di nuovo.

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