Sulla mia strada non ho mai incontrato una Madre Teresa.

di Grazia Nonis. “Chi ha creato Dio?”, chiesi alla suora il primo giorno di catechismo. “Dio è sempre esistito” rispose. Dopo il consueto elenco delle Sue creazioni: uomini, animali e piante, io tornai all’attacco. La suora scelse di ignorarmi, ma io non smisi mai di pormi quella domanda. Erano gli anni sessanta. Crescevamo a pane, scuola, oratorio e abito della festa per la messa della domenica.
Cercai di farmi piacere i preti e le suore, ma anche mettendomi d’impegno non riuscii mai ad amarli come Dio avrebbe voluto. Le suore dell’oratorio femminile ci impartivano l’educazione col tiraggio delle orecchie. Probabilmente, la loro bontà ed il loro amore erano una rarità messa da parte solo per il Signore. Come Suor Antonietta: nome di donna nel corpo di un lottatore di Sumo. Neri baffetti che svolazzavano come i rulli di un autolavaggio, e bolle di saliva che piovevano sulle nostre teste quando ci sbraitava di stare ferme e zitte. Incontravamo i preti solo a messa o nel confessionale. Ricordo Don Emilio. Un lurido al quale piaceva palpeggiare i maschietti. Un maiale che si eccitava chiedendo a tutte noi se guardavamo dei giornali porno o se nostro padre ne teneva in casa qualche copia. Ci vollero parecchi anni prima che fosse destinato ad altra parrocchia. Già, non lo cacciarono dalla Chiesa a pedate, non lo scomunicarono, non lo denunciarono. Probabilmente gli fecero una ramanzina, lui promise che non avrebbe più toccato il sedere ai ragazzini e tutti si misero il cuore in pace. Partì, ma noi bambini sapevamo che non avrebbe mai smesso. Io crescevo ed osservavo. Ascoltavo la predica del Don, leggevo il Vangelo e dicevo le preghiere prima di andare a dormire. Dividevo preti e suore tra buoni, cattivi ed anonimi e la maggior parte, ahimè, finiva sempre tra gli anonimi. Pareva svolgessero il loro “mestiere” come in fabbrica: osserva il venerdì di magro, non disubbidire la mamma, hai detto le parolacce, quattro Ave Maria ed un Padre Nostro. Amen. Nel mio percorso di vita trovai altre spose di Dio, e tranne Suor Gabriella, mamma mancata che vendeva i dolciumi nel baretto dell’oratorio, mai trovai una suora amorevole, dolce, cristiana. Anzi, nel periodo in cui io e mio fratello fummo mandati in colonia – un vero lager in quel di Selvino – fummo affidati alle poco amorevoli cure di una “Madre” che non sopportava la vivacità di noi bambini. In parole povere, ci avrebbe tollerato solo se fossimo stati sordi, ciechi, muti ed ovviamente immobili. Come un condor ed ad ogni minimo bisbiglio, piombava tra i tavoli della colazione, afferrava per l’orecchio o per la giacchetta il “piccolo delinquente” e lo costringeva in piedi al centro della sala mensa come esempio per gli altri bambini. Ne sono quasi certa, mio fratello vinse il primo premio. Son passati più di quarant’anni, ma è come se fosse oggi. Lo rivedo in mezzo alla stanza, piccolo nei suoi calzoni alla zuava, in lacrime. Comunione, cresima, matrimonio. E poi a salire, figli, battesimi, comunioni, cresime. Altro luogo, altra parrocchia, altro prete. Questo Don non è male, se non fosse per il carattere meteoropatico che tanto fa incazzare la metà dei suoi parrocchiani. Ma nel momento del bisogno c’è, e questa non è cosa da poco. A dar la Comunione, anche un paio di suore. I tempi son cambiati, queste non menano. Sono più morbide, educate, hanno modi gentili ed organizzano i corsi di catechismo meglio della segretaria di Marchionne. Ma è tutto lì, anch’esse son finite nella mia lista degli anonimi. Me ne rammarico, ma sulla mia strada non ho mai incontrato una Madre Teresa. A chiudere il cerchio, la lobby parrocchiale composta da acide beghine e da genitori che tirano le fila della parrocchia. Quelli che decidono il dove, il come, il quando e il quanto, ma soprattutto il chi. Chi può entrare a far parte del cerchio magico, chi è destinato a far solo la comparsa e chi dovrà essere tenuto fuori. Saranno ciellini? Probabile. Forse gli stessi ai quali Fantinati di M5S ha lanciato durissime accuse dal palco del meeting di Rimini. Accuse che condivido, parola per parola, virgole comprese: “Oggi, proprio onestamente, sono qui per denunciare come Comunione e Liberazione, la più potente lobby italiana, abbia trasformato l’esperienza spirituale morale in un paravento di interessi personali, finalizzati sempre e comunque a denaro e potere”. Meno politicizzata, più povera, più mamma, più umana, più pulita. Più vicina a Dio. Ecco la Chiesa che vorrei.

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